Pistoia, 28 giugno 2024 – ''Il 3 maggio 2021, era il mio compleanno, stavo preparando il tiramisù quando citofonarono i carabinieri. Io sono la sopravvissuta, la famiglia è sopravvissuta, il compagno di mia figlia lo è. E da sopravvissuti non è bello vivere, devi sorridere, prenderti cura del bambino, mio nipote, dire che è tutto a posto, e invece non è così. Quando sento dire tante cose, quando senti parlare della patente a punti nelle aziende… ecco, la ministra Calderone dovrebbe venire a vivere a casa mia per vedere cosa significa davvero''.
Sono le parole di Emma Marrazzo, la mamma di Luana D'Orazio, l'operaia 22enne (con un figlio di 5 anni) che perse la vita finendo nell'ingranaggio di un orditoio modificato della fabbrica in cui lavorava, a Montemurlo, vicino a Prato. La mamma di Luana ha parlato a Roma durante la presentazione di uno studio della Uil su incidenti e morti sul lavoro.
Si commuove a più riprese parlando, la mamma di Luana, perché il ricordo, dice, ''ti strappa il cuore'', e ringrazia tutti per essere lì ad ascoltare quella storia che, dal 2021, porta ovunque la invitino a parlare per chiedere di investire in sicurezza sul lavoro. E ricorda: ''Ho creduto alla storia dell'incidente, ed ero anche dispiaciuta per la proprietaria. Ci ho creduto fino alla perizia che ha verificato la modifica fatta al macchinario. E se il macchinario è stato volutamente manomesso, allora quello di mia figlia è stato un omicidio colposo con dolo''.
Un ''omicidio colposo con dolo'' punito con una multa di 10.000 euro: ''Io non ci sto. Mia figlia è stata eletta in parlamento 'simbolo delle morti bianche': ora capisco perché si chiamano morti bianche, perché non paga nessuno''.
"Di quello che avviene dopo una tragedia sul lavoro, la politica non ha proprio idea. Non c'è la volontà politica di affrontare questo problema: questa è una vergogna italiana, è intollerabile che non ci sia giustizia" per le vittime. Ha detto il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, durante la conferenza stampa in cui è stato presentato lo studio "Il lavoro che uccide, la strage impunita". "Al ministro della Giustizia chiediamo di spiegare alcune cose alle mille famiglie che hanno perso una persona cara e che non hanno giustizia: in questo Paese non paga nessuno. La certezza che ci porta la mamma di Luana è che la giustizia non c'è", ha spiegato.