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Morto Francesco Nuti: i suoi esordi scrivendo monologhi

L’attore e regista pratese aveva conquistato i cuori di tutti con le sue pellicole indimenticabili

Morto Francesco Nuti

Morto Francesco Nuti

Prato, 12 giugno 2023 – La morte di Francesco Nuti è accolta con grande cordoglio e tristezza  in Toscana, la sua regione. Ma il regista e attore aveva conquistato l’Italia con i suoi film. Era malato da tempo. Si è spento in una clinica di Roma.

Nato a Prato il 17 maggio 1955, Francesco Nuti esordisce come attore dilettante ancora studente, scrivendosi da sé i monologhi. Fu notato da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci che lo vollero nel gruppo I Giancattivi, e proprio diretto da Benvenuti lavorò per la prima volta nel cinema in "Ad ovest di Paperino" (1981), rivisitazione del repertorio comico del terzetto toscano.

Abbandonato il trio, con il quale si era cimentato nel cabaret e aveva partecipato a trasmissioni televisive di successo, quali, per esempio, "Non stop" (1977-78) del regista Enzo Trapani su Raiuno, inizia la carriera solista prendendo parte, in veste di sceneggiatore ed interprete protagonista, ad alcuni film diretti da Maurizio Ponzi.

Per la regia di quest'ultimo ha recitato in tre film che ne hanno messo in luce l'originale comicità: "Madonna che silenzio c'è stasera" (1982), in cui replica il personaggio del film di Benvenuti e che lo rende popolare anche grazie alla canzone "Puppe a pera"; "Io, Chiara e lo Scuro", con Giuliana De Sio, per il quale si è guadagnato particolari consensi; e "Son contento" (1983). Sono tre pellicole che gli danno grande notorietà: in particolar modo il ruolo di Francesco Piccioli, presente nel secondo titolo, con cui si aggiudica il David di Donatello ed il Nastro d'argento come migliore attore protagonista.

Sulla scia del successo ottenuto, Nuti ha esordito anche nella regia, confermando i toni agrodolci della sua vena comica, con "Casablanca Casablanca" (1985), ancora accanto a Giuliana De Sio, che gli regala il secondo David di Donatello; il film, liberamente ispirato al classico "Casablanca" (1942) di Michael Curtiz, prosegue la storia di "Io, Chiara e lo Scuro", ironizzando sui litigi di una coppia in crisi.

Arrivano gli anni dei grandi successi al botteghino. Sempre interprete dei suoi film, e spesso autore della sceneggiatura, Nuti si è mantenuto fedele a una comicità delicata, che però a tratti esplode in sfoghi nevrotici e attraverso la quale viene costantemente analizzato, in diversi contesti, il rapporto uomo-donna: da "Tutta colpa del Paradiso" (1985), con Ornella Nuti, a "Stregati" (1986), da "Caruso Pascoski (di padre polacco)" (1988), con la sua fidanzata Clarissa Burt, lasciata per l'attrice Isabella Ferrari che dirigerà in "Willy Signori e vengo da lontano" (1989), fino a "Donne con le gonne" (1991).