Franchino, quando parlò al podcast di Fedez: dalla pandemia al Brasile, cosa raccontò

“Sono nato in discoteca e lavoro da cinquant’anni con la musica. E’ la mia vita”: così si presentò a Muschio Selvaggio

Firenze, 20 maggio 2024 – “Sono nato in discoteca e lavoro da cinquant’anni con la musica. E’ la mia vita”. Così Franchino, al secolo Francesco Principato, 71 anni, morto per una malattia in Toscana. Una scomparsa che lascia senza fiato il popolo della notte. Vocalist e deejay, ha fatto divertire più generazioni di giovani.

Da parrucchiere a cantastorie, la sua storia

Nel 2022 gli fu dedicata un’intera trasmissione a Muschio Selvaggio, il podcast di Fedez. Franchino raccontò la sua vita per circa un’ora parlando di ogni argomento. Dalla pandemia ormai alle spalle a come è cambiato il mondo delle discoteche, fino agli effetti delle droghe. Un’intervista a tutto campo. 

Franchino durante una serata (Fonte: Sottoaceto Disco Club)
Franchino durante una serata (Fonte: Sottoaceto Disco Club)

"Il mio primo club da deejay resident fu il Seven Eleven di Montelupo Fiorentino. Facevo il parrucchiere e lo stilista all’epoca, ma la passione della musica era talmente grande che non potevo non dedicarmi al mestiere di deejay. Solo che i ritmi non si conciliavano con il lavoro diurno. Andavo a letto alle cinque ma alle sette mi alzavo”, racconta Franchino. 

Nel podcast si parla della musica elettronica italiana come una delle migliori al mondo. “Prima non c’erano i nuovi mezzi di comunicazione di oggi, noi italiani ascoltavamo la musica italiana e conoscevamo poco i grandi deejay esteri. Noi italiani abbiamo cavalcato l’onda negli Anni Novanta con la house e la progressive e avevamo creato il nostro giro”, spiega riguardo alla scena italiana della dance. 

"La musica elettronica italiana – disse poi – ha fatto scuola. Ci sono molti italiani in giro per il mondo veramente bravi che fanno parlare di sé”. Fedez gli chiede di raccontarsi ai giovani che non lo hanno conosciuto e lui disse: “I ragazzi di oggi, sia perché hanno sentito parlare di Franchino dai fratelli maggiori o dai genitori, mi conoscono. Il mio nome è stato portato a giro in Italia per quello che ho dato. Trent’anni fa c’erano già i ragazzi di 25 30 anni che oggi hanno sessant’anni che vengono comunque a far serata anche oggi. La vecchia guardia non manca mai. Dalla consolle spesso vedo davanti i giovani e dietro i più anziani”. 

Poi Franchino parla del Brasile, dove ha abitato: “E’ lì che ho scoperto la magia di cui parlo dalla consolle. Ero in Brasile perché come primo viaggio della mia vita ho scelto il Brasile. Da lì mi sono innamorato del Paese. Ho tutt’ora una sorta di mal di Brasile”. Franchino ha iniziato che internet non c’era ancora ma molti giovani lo hanno conosciuto proprio dai video visti su youtube. Internet alla fine è stato un detonatore anche per Franchino che pure nasce senza il web, riflette Fedez. 

E sul ruolo del vocalist: “Prendo per mano i ragazzi e li faccio fare il mio viaggio. Non ci sono mai parole a caso ma c’è un filo logico dall’inizio alla fine”. Il tutto condito da un mondo un po’ fiabesco. “Preferisco comunque ascoltare piuttosto che raccontare storie – esclamò Franchino – Raccontavo storie quando ero parrucchiere e tagliavo i capelli ai bambini piccoli. Non stavano mai fermi e allora raccontavo favole a modo mio e loro rimanevano sbalorditi”.