“Mi sono girato e non c’era più”: inghiottito dalle sabbie mobili, l’amico racconta

La morte di Gabriele Zolezzi: la persona che era con lui ha spiegato cosa ha visto nei drammatici istanti in cui la vittima è scomparsa nella melma

Il lago di Giacopiane (Fonte Fipsas)

Il lago di Giacopiane (Fonte Fipsas)

Borzonasca (Genova), 21 luglio 2024 – “Mi sono girato un attimo ed è sparito. Ho visto delle bolle sulla superficie del lago. Ho cercato di salvarlo e ho rischiato di morire anche io. Poi ho dato l’allarme”.

Così al Secolo XIX l’amico di Gabriele Zolezzi, 38 anni, l’uomo morto risucchiato dalle sabbie mobili nel lago di Giacopiane, mille metri di quota. Un bacino artificiale per l’energia idroelettrica che è meta di molte gite di escursionisti, per la rete di sentieri che è presente. 

La tragedia di sabato 20 luglio

La tragedia è accaduta nel pomeriggio di sabato 20 luglio. Zolezzi, appassionato di escursioni e profondo conoscitore delle zone intorno al lago, aveva deciso di trascorrere la giornata al lago con un amico. Festeggiava, tra l’altro, il suo compleanno.

Ha quindi fatto il bagno ma sarebbe incappato nella zona delle sabbie mobili del lago. Una melma che lo ha intrappolato e fatto scomparire in pochi minuti, come da testimonianza dell’amico. 

I carabinieri della compagnia di Sestri Levante (Genova) competente sul territorio stanno svolgendo indagini per chiarire l'esatta dinamica e se tutte le norme di sicurezza, visto il pericolo di sabbie mobili siano state attuate dai gestori del lago artificiale.