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Multiutility, il dado è tratto. L’acqua resta dentro e la gara non si rinvia

All’assemblea dei soci passa la linea delle sindache Bugetti-Funaro: “Ora aggregare altri territori”. Resta la fronda dei Comuni di sinistra. E il nodo del finanziamento degli investimenti senza quotazione in Borsa

Le sindache Ilaria Bugetti e Sara Funaro

Le sindache Ilaria Bugetti e Sara Funaro

Prato, 24 ottobre 2024 – “Tre a zero e portiamo via il pallone”. Sorride l’alleanza dei sindaci (Sara Funaro, Ilaria Bugetti, Alessio Mantellassi) che ha ereditato dai predecessori di Firenze, Prato ed Empoli lo sviluppo della holding dei servizi pubblici della Toscana. Oltre tre ore di confronto serrato e senza compromessi nella sede di Estra a Prato: “Hanno vinto i sindaci” si è detto alla fine dell’assemblea dei soci (64 Comuni della Toscana centrale) “ora andiamo avanti”. Il tre a zero si concretizza nei punti fondamentali del documento approvato dall’81 %: dentro la multiutility ci sono i settori ambiente (rifiuti), acqua (sì alla gara come stabilito da Ait nel 2025) ed energia; la società “non è una holding di partecipazioni ma un gruppo industriale”; via a un “nuovo piano industriale”. Vittoria netta quindi? Sì, ma meno facile di quanto il risultato può far intuire. Per diversi motivi. C’è una ’fronda’: sono i sindaci che non ci stanno a essere con la maggioranza e che hanno presentato un documento alternativo.

“Alla fine minoritario come sapevamo, ma vogliamo che la nostra opinione e quella delle nostre comunità sia chiara a tutti” dicono. I capofila si chiamano Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino, e Guglielmo Bongiorno, sindaco di Cantagallo, profonda Valbisenzio. Non c’è stato nulla da fare, le trattative per un documento all’unanimità sono andate a vuoto. Gli undici Comuni ’contro’ (Sesto, Cantagallo, Calenzano, Campi Bisenzio, Carmignano, Vaiano, Agliana, Vicchio, Rufina, Borgo San Lorenzo, Castelfranco Pian di Scò) non ci stanno. Perché vogliono che il timbro sul no all’entrata in Borsa sia netto e vogliono che l’acqua “bene comune” sia interamente pubblica.

Prima dell’assemblea si sono ritrovati loro due, Falchi e Bongiorno, con Funaro, Bugetti e Mantellassi: è stato il penultimo tentativo per trovare un percorso comune. Inutile. E allora via all’assemblea nella sede della storica società pratese (partecipata al 39 per cento da Alia Multiutility). Sul tavolo tre documenti: della maggioranza, della minoranza e del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi incentrato sulla difesa dell’occupazione (distacchi post incorporazioni e partecipazioni). A metà assemblea l’ultimo tentativo per correre insieme: ancora muro mentre il documento di Tomasi è stato assorbito da quello finale.

E ora? Alia Multiutility è chiamata a rispondere alle richieste dei soci. Ma non solo: deve dire anche come poter effettuare gli investimenti. Uno studio ad hoc in cui indica quali sono gli strumenti praticabili per ottenere le risorse non solo per la gestione dei tre assi portanti ma soprattutto per attuare la transizione ecologica realizzando nuovi impianti. Il documento maggioritario chiedeva di affidare a un team esterno l’analisi, Tomasi si è opposto sottolineando che Alia ha le risorse necessarie per offrire il panorama più adeguato possibile. E così si farà. Addio definitivo alla Borsa?

Sulle forme di finanziamento i soci hanno deciso che si devono “esplicitare le diverse opzioni alternative alla Borsa”, “con tutti gli strumenti possibili”. Chiaro il segretario del Pd toscano Emiliano Fossi: “La strada intrapresa segna il superamento del dogma della quotazione in Borsa. La priorità in questo momento è valorizzare ed estendere la Multiutility su scala regionale”. E il documento vincente va in questo senso quando sottolinea di promuovere “l’allargamento della compagine sociale a nuovi Comuni toscani e delle Marche, compiendo ogni ulteriore sforzo per permettere il conferimento di Intesa e Coingas”.

Tutto a posto quindi? Insomma. L’ad Alberto Irace ha preso appunti, lui sulla Borsa ci puntava eccome. La posizione di Monia Monni, assessora toscana all’Ambiente (prorogare la gara per la concessione idrica oltre il 2025) è stata superata dal documento. In serata il governatore Eugenio Giani puntualizza una dichiarazione piombata in assemblea a metà mattina: “I Comuni soci sono il baricentro delle scelte, la posizione della mia assessora comunque è da rispettare”. Monni rassegnata? Nemmeno per idea. C’è chi dice che, saputo l’esito dell’assemblea, abbia preso il cellulare e abbia chiamato Roma. Il numero era della segretaria Pd Elly Schlein.

 Luigi Caroppo