Firenze, 1 luglio 2023 – Un uomo di 64 anni, giovedì, è morto a Careggi dopo essersi sentito male in casa, a Vaiano (Prato) all’ora di pranzo. A soccorrerlo, in prima battuta, è stata un’ambulanza con a bordo solo volontari della Croce Rossa, partita da Prato alle 13,27, come specifica l’Asl. Il mezzo da Vaiano si è diretto quindi verso l’ospedale di Prato, ma nel tragitto il paziente, che era cosciente all’arrivo dei volontari a casa, è peggiorato ed è andato in arresto cardiaco. I volontari hanno allertato il 118: tra le 14,21 e le 14,27 è stata inviata un’ambulanza con medico a bordo da Vernio e avvisato Pegaso, mentre l’operatore della centrale operativa restava in contatto con l’ambulanza per accertarsi dell’inizio delle manovre rianimatorie e del loro corretto svolgimento. L’uomo è stato trasportato a Careggi in elisoccorso, dove è arrivato alle 15,28 – quindi due ore dopo il malore da cui era stato colto mentre era in casa – ma non ce l’ha fatta. L’Asl ieri, dettagliando l’intervento, ha precisato che “tutto è stato effettuato nel pieno rispetto della procedura”. Intanto il sindaco di Vaiano, Primo Bosi, torna a chiedere attenzione all’Azienda sanitaria e alle Regione: “Sui soccorsi sono troppe le criticità, gli amministratori sono preoccupati. Aspettiamo il tavolo di confronto, più volte sollecitato”.
Il dibattito sulla riforma del 118 va avanti da mesi. Fra preoccupazioni dei cittadini, attacchi politici e critiche di alcuni sindaci. Così la morte (presumibilmente per infarto) di un uomo, che era stato soccorso da un’ambulanza con a bordo una squadra di volontari, ma senza medico né infermiere, ha riacceso la discussione. Anche perché l’episodio è avvenuto a Vaiano (Prato), dove la querelle sul tema è in corso da tempo. I fatti risalgono a giovedì, quando un 64enne del posto, Stefano Farsetti, ha accusato un malore a casa. Ha telefonato a un parente, che ha contattato il 118. Così è partita un’ambulanza della Croce Rossa da Prato nord, con una squadra di volontari che ha prestato i primi soccorsi. Durante il tragitto verso l’ospedale, l’uomo è andato però in arresto cardiaco: sono scattate le manovre di rianimazione e sul posto è stato inviato l’elicottero. Infine il volo verso Careggi, che non è bastato a salvare la vita all’uomo.
Visto il luogo della disgrazia, il decesso non poteva che legarsi alle polemiche in corso sul taglio della postazione medica H12 diurna di Vaiano, sostituita da un’infermieristica solo nel fine settimana. A chiedere chiarezza è stato proprio il sindaco Primo Bosi, che già a marzo aveva inviato una diffida alla Ausl per ripristinare almeno il servizio infermieristico. Nessun commento dalla Regione, mentre secondo la Asl Toscana Centro l’iter è stato pienamente rispettato. In una nota che ricostruisce le fasi dell’intervento si legge che "l’azienda sanitaria, unitamente al direttore della centrale 118 di Prato e Firenze, ritengono che tutto sia stato effettuato nel pieno rispetto della procedura". Invitano a non trarre conclusioni affrettate le associazioni di volontariato. "La carenza di medici esiste – spiega Pasquale Morano, direttore regionale della Croce Rossa – per questo serve una riorganizzazione, che è ciò a cui stiamo lavorando insieme alle Ausl e alla Regione. Ma al momento abbiamo un sistema sin troppo medicalizzato. Quando arriva un’ambulanza, non occorre fare una diagnosi, ma stabilizzare il paziente e portarlo nella struttura più idonea". "Il sistema regionale dell’emergenza-urgenza tiene – dichiara Dimitri Bettini, presidente di Anpas Toscana – e gestisce ben 500mila interventi l’anno grazie anche all’impegno di tantissimi volontari ai quali va il nostro grazie. Può capitare che una patologia tempo-dipendente si risolva in modo negativo, ma bisogna capirne i motivi prima di esprimersi. Non si può attribuirne la causa, a prescindere, alla presenza o meno del medico".
Intanto la riforma del 118 va avanti. In base al piano presentato nei mesi scorsi e in fase di attuazione, in Toscana dovrebbe essere attiva a breve una rete di 51,5 automediche (5,5 in più), 9,5 ambulanze medicalizzate (23 in meno), 62,5 infermieristiche (23 in più) e 176 stand by (6 in più).