Arezzo, 14 ottobre 2024 – In occasione delle celebrazioni vasariane Il Museo della Fraternita dei Laici indice una call per artisti e fotografi al fine di realizzare una mostra collettiva di opere che si terrà dal 30 novembre 2024 al 6 gennaio 2025.
Quest’anno ad Arezzo si celebrano i 450 anni dalla morte di Giorgio Vasari, avvenuta nel 1574, attraverso un vivace calendario di iniziative, mostre ed eventi volte ad omaggiare l’importante genio aretino. Giorgio Vasari è stato un importante pittore, architetto, biografo ed ha avuto un rapporto significativo con la Fraternita dei Laici che è stata nominata erede universale dell’artista aretino. Giorgio Vasari ha inoltre ricevuto numerosi incarichi dall’Ente: ha eseguito il progetto per il campanile e parte del palazzo di Fraternita oltre a quello per la Loggia, dato un contributo per l’acquedotto che porta il suo nome e realizzato lo stendardo raffigurante la Madonna della Misericordia. Nei documenti esposti nella mostra Honorata e Gratiosa. La Loggia di Giorgio Vasari, in corso all’interno del nostro museo fino al 2 febbraio 2025, troviamo riferimenti circa all’incarico come Rettore di Fraternita oltre a quelli riguardanti il progetto della Loggia, il testamento e le proprie idee sull’acquedotto.
Il tema delle opere per la mostra collettiva sarà Giorgio Vasari, le sue opere e l’impatto culturale che ha lasciato nella nostra città. Potranno partecipare tutti gli artisti con delle opere di grafica, pittura, fotografia, illustrazione e collage. Le opere dovranno essere munite di gancio (in modo che si possano appendere) e verrà privilegiato il formato piccolo e il supporto leggero.
Per partecipare è necessario inviare una mail a [email protected] entro il 13 novembre con scritto in oggetto “CALL PER MOSTRA VASARI” e con allegata l’immagine, una scheda tecnica con il titolo e dimensioni dell’opera e i dati anagrafici dell’artista. Le opere selezionate andranno poi consegnate il 16, 17 e 18 novembre e ritirate dal 7 al 12 gennaio. È a carico di ogni partecipante la consegna e il ritiro dell’opera