Arezzo, 19 settembre 2024 – Andiamo verso il periodo dell’anno in cui di solito, tra malanni di stagione e vaccini da ripetere, ne abbiamo più bisogno. Eppure i medici di famiglia scarseggiano. A mancare all’appello ad Arezzo sono circa 20 di medici di base, ma il numero è destinato ad aumentare con i pensionamenti. Le criticità maggiori si registrano nelle vallate.
«In provincia ci sono circa 300 medici, ne mancano all’appello una ventina, un numero destinato ad aumentare nei prossimi mesi con ulteriori pensionamenti fino a quasi il 10% del totale, le criticità più grandi nella vallate – spiega Roberto Nasorri segretario provinciale dei medici di medicina generale - se ad Arezzo tra trasferimenti e nuovi arrivi la situazione è stata tamponata per il momento, rispetto agli 8 che mancavano un anno fa, le richieste per le vallate sono andate deserte. In Casentino secondo dati aggiornati a luglio mancano 4 medici, le chiamate sono andate tutte deserte. Idem dicasi per i posti vacanti in Valdarno dove mancano 6 medici di base. In Valdichiana ne manca 1 e in Valtiberina non si trovano 3 medici di medicina generale. In totale siamo a 14 posti scoperti senza considerare i pensionamenti degli ultimi due mesi che fanno salire a una ventina i posti vacanti. Un numero destinato a salire ancora nei prossimi mesi e che non esclude il capoluogo. Aspetteremo le graduatorie ma prima del 2025 non avremo nuove nomine e questo significa che le criticità aumenteranno». Nessuno vuole fare più il medico di famiglia? «Non è più una professione attrattiva, i pochi medici sfornati dalle università si rivolgono ad altre specializzazione e i medici di base con obblighi burocratici, amministrativi e grosso carico di pazienti con 12 ore di lavoro al giorno, non sono più appetibili».
Il pericolo sono anche i pazienti «fantasma» che vengono a volte visitati perché non hanno riferimenti ma a cui non si potrebbero prescrivere farmaci perché burocraticamente inesistenti. Sono le stesse persone che senza un medico a cui rivolgersi, intasano pronto soccorso e strutture. Eppure nonostante la cronica carenza di camici bianchi che sta mettendo in difficoltà il sistema sanitario, questo è il periodo dell’anno in cui ci appresteremo a chiamare più spesso il medico di famiglia. Basti pensare che a ottobre partirà la nuova campagna vaccinale contro l’influenza, attive anche le profilassi contro Covid, Pneumococco ed Herpes zoster.
«La riapertura delle scuole determina sicuramente la circolazione di tante malattie infettive soprattutto dell’apparato respiratorio – spiega Nasorri - Il clima poi non è favorevole con l’abbassamento repentino della temperatura. L’influenza dovrebbe iniziare a circolare ad autunno inoltrato». Sarà allora che i telefoni dei medici di famiglia squilleranno più spesso. Ma il rischio con la carenza di camici bianchi è che molti ambulatori restino chiusi.