Arezzo, 25 febbraio 2025 – «Non va tutto bene assessore Sacchetti!»
«La risposta dell’ Assessore Sacchetti all’interrogazione presentata dal Gruppo consiliare “Scelgo Arezzo” durante la seduta del Consiglio comunale del 20 febbraio sulla questione della presenza di pfas nelle acque potabili della città stupisce per l’atteggiamento supponente e la facilità con cui ha voluto minimizzare il problema .
Sacchetti ha negato la presenza ad Arezzo di industrie che fanno uso di sostanze fluoroalchiliche, noi ci siamo chiesti se Sacchetti ignori veramente in quali attività produttive queste vengono utilizzate, o se invece lo sa e le sue affermazioni mirano a minimizzare e a sviare quindi l’attenzione dei cittadini per rassicurarli.
All’ Assessore sarebbe stato sufficiente fare una ricerca per sapere quali sono i pfas il cui utilizzo a norma di legge è già vietato in Italia e dove queste velenose sostanze vengono impiegate.
Riteniamo che Sacchetti sia a conoscenza che, oltre alle industrie orafe da lui additate come responsabili del possibile inquinamento delle acque di Arezzo con trieline e benzeni ci sono anche numerosissime aziende galvaniche e si dà il caso che il Pfos (acido perfluoroottansolfonico) sia stato utilizzato per lungo tempo nei processi produttivi delle galvaniche e dovrebbe essere anche a conoscenza che dopo il divieto di legge è stato sostituito con il 6:2-FTS (acido fluorotelomero solfonico).
Caso strano è che le analisi di Greenpeace abbiano rilevato la presenza sia di PFBA (acido perfluorobutanoico) in misura rilevante sia di 6:2-FTS (acido fluorotelomero solfonico) e che i pfas usati in galvanica possono essere i precursori del primo per ossidazione.
L’Assessore sostiene, riferendosi soltanto ai dati del gestore, che nelle acque di Arezzo non vi è traccia di tali sostanze, forse avrebbe dovuto andare più a fondo rivolgendosi ad Arpat, anche perché l’ASL che è responsabile del controllo sulle acque potabili non si è attrezzata neppure per quelle sostanze già ora vietate per legge.
Avrebbe preso coscienza del fatto che, proprio nelle acque destinate alla potabilizzazione, in prossimità della presa in Arno tra Castelluccio a Buon Riposo, l’Arpat ha rilevato in data 29/01/2014 l’acido perfluorobutanoico (pfba) ng/l 35.3 e che a Rigutino nelle acque sotterranee del pozzo in Viale Stazione è stato trovato acido perfluoroottanoico (pfoa) in quantità pari a 71,8 ng/l . Questi dati indicano che anche nell’aretino queste sostanze vengono utilizzate
Anche nell’acqua potabilizzata e prelevata in Arno a Figline Valdarno e Firenze le analisi di Greenpeace hanno trovato la presenza di TFA (acido trifluoroacetico), molecola a catena ultracorta, frutto della degradazione dei pfas a catena lunga, anche questo dato significa che a monte ci sono industrie che impiegano tali sostanze.
L’Assessore Sacchetti ha ripetuto in Consiglio comunale le stesse affermazioni fatte dai maggiorenti di Nuove Acque i quali assicurano che ad Arezzo arriva solo l’acqua da Montedoglio. Mentre nei propri bilanci indica come altra e prima presa di prelievo da acque superficiali proprio quella di Buon Riposo
Di una cosa siamo certi: è il sindaco responsabile della salute dei propri concittadini e pertanto non si dovrebbe affidare per le analisi della società partecipata (Nuove Acque) ma pretenderle dai soggetti controllori ASL e Arpat o realizzarle come Comune, riteniamo doveroso che chieda al gestore dati precisi sulle fonti di approvvigionamento dell’acqua potabile di Arezzo e se agli impianti di potabilizzazione, compreso quello della presa di Buon Riposo, sia stata fatta una efficace manutenzione»
La nota del Comitato Acqua Pubblica Arezzo
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