Arezzo, 24 gennaio 2024 – “I nonni sono un tesoro", ripete spesso papa Francesco. Tanto che sono diventati importanti anche per le graduatorie nei nidi e negli asili comunali. Il loro ruolo si è rivoluzionato negli ultimi anni: sempre più presenti, genitori-bis in una società in cui il loro contributo ha raggiunto un apice che non ha uguali nel passato e che forse difficilmente potrà ripetersi in futuro.
Per questo avere nonni che non lavorano, che non hanno disabilità, che hanno meno di 75 anni e che sono residenti nel territorio comunale sono elementi che il Comune di Arezzo ha introdotto per stabilire le graduatorie di ingresso all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia della città. Il punto in più per ogni nonno nelle condizioni appena esposte, ossia in condizione di accudire i discendenti da 3 a 6 anni, fa scendere i nipotini nella classifica a favore di chi i nonni non li ha più o non li ha nelle condizioni di dare una mano in famiglia.
È la novità più importante del regolamento per l’accesso ai servizi per l’infanzia dell’amministrazione comunale aretina. È già passata in commissione nei giorni scorsi e ora andrà in consiglio comunale. Una lista di criteri più dettagliata, con voci completamente nuove: con in particolare quella riferita alla presenza o meno dei nonni che già altri Comuni hanno utilizzato negli ultimi anni.
"È una novità che stiamo introducendo ben conoscendo l’importanza fondamentale che hanno i nonni di oggi nelle dinamiche familiari – spiega l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Arezzo Lucia Tanti – accudiscono i nipoti mentre i genitori lavorano, li accompagnano a scuola o alle attività extra scolastiche, li seguono nei compiti, giocano con loro: i nonni oggi sono molto presenti nella vita quotidiana di bambini e ragazzi e svolgono un ruolo centrale nell’organizzazione e gestione familiare, oltre a costituire un punto di riferimento affettivo. Per questo siamo convinti che le famiglie che non possono contare su questo apporto così importante debbano essere facilitate nel punteggio per l’ingresso dei bambini ai nidi e agli asili comunali".
Fino a qualche anno fa l’elevata mortalità degli anziani e l’alto numero di nascite limitava la possibilità di un rapporto diretto tra nonni (troppo pochi) e nipoti (troppi). Oggi l’aspettativa di vita e le condizioni di salute in età anziana sono nettamente migliorate e i nonni possono godere della frequentazione dei nipoti in maniera più intensa. I nonni sono diventati più visibili nella società: da vecchi, malati e dipendenti dall’aiuto dei figli, progressivamente si sono trovati addirittura nella posizione rovesciata, in cui talvolta diventano il pilastro che si fa carico di figli e nipoti. Una realtà di cui il nuovo orientamento del Comune di Arezzo prende atto, comportandosi di conseguenza. Chiaro che c’è anche l’altra faccia della medaglia: tutti i nonni sono davvero obbligati (e adatti) a tenere i nipoti? E se volessero godersi la pensione senza occuparsi dei nipotini?