Lisa Ciardi
Cronaca

Nuova sanità territoriale in Toscana, case e ospedali di comunità. Al via la sperimentazione

Per il piano accordo tra Regione e sindacati dei pensionati Cgil, Cisl e Uil. A inizio 2025 la rivoluzione della medicina di prossimità partirà in trenta luoghi. Gramolati: “Il paziente al centro: c’è un percorso strutturato e condiviso”

Firenze, 6 novembre 2024 – L’inizio del 2025 porterà in Toscana la sperimentazione della sanità territoriale e di prossimità. Le novità diventeranno operative e sono state illustrate ieri, nell’incontro organizzato da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Toscana, insieme all’assessorato regionale alla sanità. Trenta i luoghi che fra pochi mesi vedranno partire la sperimentazione, anticipando una riorganizzazione generale, finanziata grazie al Pnrr e al Decreto Ministeriale 77 da parte della Regione Toscana, i cui effetti generali si vedranno nel 2026.

Ma che tipo di strutture saranno protagoniste della nuova organizzazione? Si tratterà dei Cot, ovvero le Centrali operative territoriali, che avranno il compito di coordinare l’assistenza; delle Casa di Comunità dove i cittadini potranno trovare medici di medicina generale, pediatri, specialisti, infermieri e altri professionisti della salute; degli ospedali di comunità dove avverranno ricoveri per situazioni non acute, soprattutto relativamente a pazienti cronici o in fase di dimissione da altri ospedali, ma ancora non in condizione di tornare a casa.

Fornita la mappa delle strutture. Partendo dall’Ausl Toscana Centro: a Firenze e provincia attivi il Cot di Borgo San Lorenzo, l’ospedale di comunità Camerata e la Casa di comunità delle Piagge; nell’Empolese Valdelsa e in Valdarno, il Cot di Empoli, l’ospedale San Miniato e la casa di Certaldo; a Prato il Cot cittadino, l’ospedale Misericordia e Dolce e la casa di Vaiano; nel pistoiese il Cot di Montecatini, l’ospedale Ceppo e la casa Quarrata.

Nell’Ausl Toscana sud est in provincia di Arezzo il Cot zona aretina, l’ospedale di Montevarchi, la casa di Castiglion Fiorentino; nel grossetano il Cot di Orbetello, l’ospedale di Grosseto, la casa di Castel del Piano; nel senese il Cot di Poggibonsi, l’ospedale di Montalcino e la casa di Sinalunga. Per l’Ausl Toscana Nord Ovest: a Massa Carrara, il Cot di Carrara e le Case di Montignoso e Aulla; in provincia di Lucca, il Cot San Luca, la casa di piazza al Serchio e l’ospedale di Campo di Marte; nel pisano il Cot di Pisa, la casa La Rosa di Terricciola, l’ospedale di Volterra; nel livornese il Cot cittadino; l’ospedale di Cecina e la casa di Donoratico; in Versilia il Cot di Viareggio, la Casa di Tabarracci e l’ospedale Barbantini.

“Come Spi Cgil Toscana abbiamo raccolto, un anno fa, 127mila firme di toscani impazienti di vedere nel Paese una politica sociosanitaria all’altezza dei bisogni e dei cambiamenti in atto – ha detto Alessio Gramolati, segretario generale Spi Cgil Toscana -. Oggi, possiamo presentare i primi risultati. C’è un percorso strutturato e condiviso con l’obbiettivo di fare della sanità territoriale un luogo di reale prossimità, nel quale sia centrale il paziente”.

“Abbiamo bisogno di un sistema socio-sanitario che prenda in carico le persone, in particolare anziani e non autosufficienti – ha proseguito Viviano Bigazzi, segretario generale Fnp Cisl Toscana - dando risposte e servizi. Rivendichiamo un sistema territoriale efficace, vicino alla gente. La sperimentazione ci consentirà di verificarne la sua bontà e di arrivare pronti per l’estensione sull’intera regione Toscana nel 2026”.