ROSSELLA CONTE
Cronaca

Nuova vita a La Maremma Il ristorante di Luca riapre

Nell’agosto 2020 la morte dell’imprenditore fiorentino spaventato dal lockdown Ora due giovani rilanciano il locale. "Stesso nome per mantenere la memoria"

Ristorante La Maremma

Firenze, 13 luglio 2021 -  E’ passato quasi un anno da quando, in un sabato pomeriggio d’estate, in una Firenze caldissima deserta e surreale, Luca si è tolto la vita. Da mesi, ogni giorno, attendeva sulla porta che i clienti tornassero a sedersi ai tavoli della sua trattoria di via Verdi. E da mesi, ogni notte, non riusciva a prendere sonno pensando alle rate del mutuo da pagare e a un futuro senza più certezze. È per questo che Luca, un ristoratore fiorentino di 44 anni, ha deciso il 22 agosto 2020 di togliersi la vita. Per farlo, ha scelto la sua trattoria, ’La Maremma’ che la famiglia ha deciso di chiudere subito dopo. Oggi il ristorante di via Verdi spalanca di nuovo le sue porte rilevato da due giovani imprenditori, Federico Gentile e Valerio Savino. "Abbiamo deciso di mantenere lo stesso nome e di mantenere il format del locale per non stravolgere tutti i sacrifici di una famiglia che ha investito tanto in quel locale. Il momento non è dei migliori ma abbiamo deciso di provarci e cercare di rimettere in piedi l’attività" sottolineano Federico e Valerio. Qualcuno passa incuriosito, si affaccia, chiede dei familiari. E’ come se le porte spalancate del locale avessero riaperto vecchie ferite a una città che si scopre ancora più fragile.

«Il ristorante è chiuso dal 22 agosto, per noi è stato impossibile sia economicamente che psicologicamente proseguire l’attività" racconta Cecilia, la moglie dell’imprenditore che si è tolto la vita. "Mio marito era un lavoratore, passava 12 ore al giorno all’interno del ristorante e lavorava tutti i giorni, ininterrottamente. Con il primo lockdown, le restrizioni e la più totale mancanza di certezze per il futuro si è sentito perso" si sfoga. A Cecilia, che vive ed è cresciuta nel centro storico, fa male il cuore vedere le strade ancora vuote e i locali che faticano ad arrivare a fine mese. "Voglio - dice - che quanto successo alla mia famiglia non riaccada mai più. Bisogna fare qualcosa: il tessuto sociale ed economico del cuore della città è distrutto. Innanzitutto bisogna riportare i residenti a vivere il centro storico e poi si deve mettere fine a questo allarmismo psicologico e promuovere Firenze come meta sicura altrimenti in tanti non ce la faranno". Cecilia quindi lancia un appello alle istituzioni affinché si faccia qualcosa per difendere le botteghe. "In questi mesi – conclude – ho sentito la vicinanza dei colleghi di mio marito. Ringrazio la Confcommercio per la raccolta fondi avviata. Per noi è stato molto importante, all’improvviso ci siamo ritrovati senza niente, ci siamo sentiti persi". Confcommercio di Firenze, infatti, subito dopo a tragedia ha aperto una sottoscrizione per offrire una borsa di studio ai due giovanissimi figli del ristoratore di via Verdi.