Elettra Gullè
Cronaca

Olio nuovo, prezzo e qualità. “Annata positiva in Toscana”

Dopo due anni difficili, un sospiro di sollievo per gli imprenditori. Ne parliamo con Cesare Buonamici, imprenditore olivicolo di Fiesole e presidente di Coldiretti Firenze-Prato

Cesare Buonamici, imprenditore olivicolo di Fiesole, presidente di Coldiretti Firenze Prato.

Cesare Buonamici, imprenditore olivicolo di Fiesole, presidente di Coldiretti Firenze Prato

Firenze, 15 ottobre 2024 – Dopo due anni difficili, in cui a causa dei cambiamenti climatici la produzione è stata scarsa, quest’anno la raccolta delle olive in Toscana si preannuncia positiva. “La produzione si prospetta buona, sia per qualità che per quantità”, sorride Cesare Buonamici, imprenditore olivicolo di Fiesole e presidente di Coldiretti Firenze-Prato. Insomma, l’annata 2024 dà finalmente un sospiro di sollievo agli imprenditori. “Abbiamo per fortuna avuto un andamento climatico favorevole, che ha permesso una buona fioritura e allegagione - dice Buonamici -. Le piogge di fine estate-inizio autunno ha permesso un’idratazione ottimale delle piante, che sono cariche di olive. Per questo ci aspettiamo una buona annata”.

Per quanto riguarda i prezzi dell'olio?

“A mio avviso, rimarranno stabili. Il prodotto toscano è di nicchia, con costi di produzione molto alti, quindi continuerà a essere valorizzato. Non ci aspettiamo abbassamenti. Una bottiglia di olio certificato Igp toscano di alta qualità, da mezzo litro, si attesterà intorno ai 16-18 euro”.

Quanto è importante la certificazione dell'olio toscano?

“La certificazione è fondamentale per garantire l'origine e la tracciabilità del prodotto. L’olio toscano ha un’elevata riconoscibilità sui mercati nazionali e internazionali, proprio per le sue qualità organolettiche e la sua eccellenza. Il nostro consorzio di tutela garantisce che ogni bottiglia segua una filiera rigorosa. Va anche ricordato che l'olio toscano rappresenta solo il 4% della produzione nazionale, quindi parliamo di un prodotto di nicchia”.

Ci sono stime sugli uliveti abbandonati in Toscana?

“Non abbiamo dati precisi in merito. Più che abbandonati, si notano uliveti in stato di degrado. Questo dipende molto dal tipo di gestione. Le aziende professionali riescono a mantenere in vita i loro uliveti nonostante i costi elevati e i cambiamenti climatici. Invece, i privati che non hanno sbocchi di mercato talvolta trascurano i loro oliveti perché il loro mantenimento sarebbe troppo oneroso rispetto ai ricavi”.

Come si affrontano queste difficoltà?

“Le reti di imprese e i progetti di filiera sono strumenti importanti per sostenere il settore. Ci sono diversi casi in tal senso. Hanno il pregio di riunire gli olivicoltori e di riconoscere ai produttori un prezzo di conferimento delle olive adeguato all’onere di mantenimento. Queste filiere sono importanti perché aiutano a preservare la produzione e ad evitare l'abbandono dei campi. Questo ha un impatto positivo non solo sull’economia, ma anche sul paesaggio e sulla qualità del nostro territorio”.