MARTINA VACCA
Cronaca

Un omicidio nel silenzio. Chi ha ucciso Alessio Cini lo conosceva bene: il cane non ha abbaiato

Gli sviluppi delle indagini sul delitto di Agliana. Sequestrati abiti delle due famiglie residenti nella villetta

Il luogo del delitto (FotoCastellani) e, nel riquadro, Alessio Cini

Il luogo del delitto (FotoCastellani) e, nel riquadro, Alessio Cini

Pistoia, 12 gennaio 2024 - Una villetta trifamiliare. Una strada sterrata e il verde. Intorno il silenzio dei vivai. E’ questo lo scenario in cui si è consumato il brutale assassinio di Alessio Cini, 57 anni, operaio tessile della Microtex di Prato. Preso a sprangate e poi dato alle fiamme, all’alba di lunedì 8 gennaio. Siamo alla Ferruccia di Agliana, nella piana pistoiese. Una casa isolata, in mezzo ai campi. Ed è in questo spazio ristretto che ora le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Pistoia, dirette dal sostituto procuratore Leonardo De Gaudio, si concentrano. Nell’appartamento al primo piano, Cini viveva con la figlia 14enne, mentre al piano terreno abitano la sorella dell’ex moglie, il marito, e nell’altra casa un’altra famiglia. I carabinieri hanno sequestrato indumenti appartenenti alle due famiglie residenti nella villetta. Un particolare che, se confermato, restringerebbe ancora il campo di indagine su cui si stanno concentrando gli inquirenti. Come dire, tutto si è svolto in quella casa, ed è lì che va cercata la soluzione del delitto.

A indirizzare gli inquirenti, che hanno svolto un nuovo sopralluogo nella villetta, altri importanti particolari, emersi dall’autopsia, svolta mercoledì nell’ospedale San Jacopo di Pistoia. Innanzitutto l’orario della morte. Cini sarebbe stato aggredito quando era ancora buio, intorno alle 5,30 del mattino. Praticamente nell’aia di casa, a due passi dalla scala d’ingresso. Ma soprattutto, la modalità dell’aggressione. E’ stato colpito alle spalle con una violenza inaudita: è caduto tramortito, la faccia riversa a terra. Non ha visto il suo assassino, o i suoi assassini. Non ha avuto il tempo né il modo di rendersi conto. Un agguato compiuto nel silenzio: nessun grido di aiuto, nemmeno il cane ha abbaiato. Solo dopo, i vicini di casa hanno chiamato i soccorsi, quando ormai il corpo di Alessio Cini stava bruciando, sotto le loro finestre. Un bagliore nel vuoto della campagna.

Chi ha agito sembra conoscesse le abitudini della vittima: ogni mattina, Cini si alzava presto, portava il cane fuori e poi partiva per Prato. Prima tappa nella casa della sorella che vive a Sant’Ippolito, poi l’arrivo in azienda. Quella casa ad Agliana, si è ipotizzato in un primo momento, potrebbe essere la spiegazione del delitto: costruita dal padre dell’ex moglie della vittima e intestata alla donna che ormai vive a Pistoia, proprio ieri è andata all’asta. Ma, secondo quanto raccontano gli amici e conoscenti di Alessio Cini, il suo sogno era quello di tornare a Prato, e prima o poi lo avrebbe fatto. Anche l’ipotesi di un dissesto finanziario sembra avere poco fondamento. Quella di Alessio Cini era una vita lineare: la figlia, a cui dedicava tutte le sue energie, la sua famiglia di origine e il lavoro.

Ieri, nella villetta alla Ferruccia, le serrande erano abbassate. Poca voglia d i parlare. "Io sono tre giorni che non dormo e poi ho detto anche troppo. Era una brava persona, e non aveva problemi finanziari". Queste le parole che il cognato della vittima ha detto davanti alle telecamere della trasmissione ’Ore 14’ su Rai Due. Stessa reticenza anche della cognata: "Ho una nipote a cui pensare ora, non sento mia sorella, non sento nessuno". A far rumore, ieri, era solo il cane che non ha mai smesso di abbaiare.