Firenze, 11 aprile 2023 – Che fine ha fatto l’assassino di Niccolò Ciatti? A nove mesi di distanza dalla sua fuga, Rassoul Bissoultanov - il ceceno professionista di lotta e di arti marziali, condannato, in entrambi i procedimenti aperti a suo carico in Spagna e Italia, per l’omicidio del 21enne di Scandicci - sembra svanito nel nulla.
"Vorrei vederlo in carcere", dichiara il padre di Niccolò, Luigi Ciatti. Anche la trasmissione "Chi l’ha visto?", in onda domani sera su Rai Tre, si è messa sulle tracce del latitante, che manca dal luglio scorso. Quando, in occasione di un’udienza del tribunale di sorveglianza di Girona in cui si doveva decidere della sua misura cautelare (in quel momento il ceceno era sottoposto all’obbligo di firma), l’imputato si è reso irreperibile.
Ma a chi spetta cercarlo? "L’interesse primario è della Spagna - dichiara il dottor Filippo Spiezia, membro nazionale italiano di Eurojust - ma tutte le polizie nazionali sono in contatto con Europol e con l’Interpol. Penso che ci siano poche possibilità per lui di farla franca".
Nel “conflitto“ fra i due Stati, sorto in merito a chi avrebbe dovuto processare l’uomo che, nell’agosto del 2017, sferrò il calcio alla testa che uccise il giovane commerciante di Scandicci, non c’è stato accordo. Sarà effettiva la pena che diventa definitiva per prima. Il tribunale di Girona, nel giugno del 2022, ha condannato per omicidio il ceceno, infliggendogli 15 anni di condanna. Pena confermata dalla corte d’appello di Barcellona a cui manca solo lo scalino del Tribunale Supremo, l’equivalente della nostra Cassazione. Nel processo parallelo incardinato a Roma, la corte d’assise gli ha invece irrogato 23 anni. Ma contro questa sentenza, del 7 febbraio scorso, hanno fatto ricorso tutti, la difesa dell’imputato per prima. Anche la famiglia Ciatti ha impugnato, nella speranza di ottenere una condanna più alta. Per Bissoultanov, il pm Erminio Amelio aveva chiesto l’ergastolo.