Firenze, 1 febbraio 2022 - “Sempre più isolati dal mondo e sempre più aggressivi. Gli episodi di movida violenta a Livorno e Milano sono solo gli ultimi campanelli d'allarme sui giovani e giovanissimi, le vere vittime sociali della pandemia”. La presidente dell'Ordine degli psicologi toscani Maria Antonietta Gulino lancia l'allarme sul fenomeno del disagio e della violenza giovanile. “Ciò che è avvenuto a Livorno e Milano – continua – è ovviamente da condannare, ma condannare non basta: per risolvere i problemi bisogna affrontarli e capirne le ragioni”.
I giovani, sottolinea la presidente, sono stati i più colpiti da questi due anni di Covid, sia a scuola che fuori. “Per la paura di contrarre il virus, dal desiderio sano di autonomia – afferma – si è passati ad un calo delle interazioni sociali e ad una conseguente difficoltà di tessere nuovi legami e di tenere una condotta sociale adeguata e costruttiva, anche in gruppo e in strada, nelle occasioni che dovrebbero essere di svago con gli amici. E' un tema che ci sembra purtroppo sottovalutato anche dalle istituzioni”.
Gulino ricorda i dati forniti dal consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi sui due anni di pandemia: otto persone su dieci hanno sviluppato un malessere psicologico strutturato, due su dieci soffrono di disturbi mentali più severi. “Purtroppo – dice la presidente dell'Ordine toscano – è una tendenza che stiamo vedendo anche in Toscana e che va contrastata rafforzando i servizi territoriali e scolastici di assistenza psicologica. La proposta di legge regionale sullo 'psicologo di base', a cui abbiamo dato il nostro plauso, può essere un contributo importante in questo senso. Ma servono anche investimenti immediati e mirati. Dobbiamo intervenire sui fattori di rischio e potenziare i fattori protettivi verso i giovani, dando sostegno anche ai genitori”.
“Gli adolescenti – prosegue – hanno necessità di riappropriarsi dei loro spazi di crescita: scuola, sport, attività ricreative e relazionali. Sono stati deprivati e mutilati per troppo tempo. Sono necessari spazi e progetti di ascolto psicologico per facilitare lo scambio, comprendere e arginare la rabbia. I genitori hanno bisogno di essere sostenuti e aiutati a riattivare capacità di ascolto e di presenza partecipata e consapevole a fianco dei propri figli”. “La casa non può essere l'unico luogo di vita, perché rischia di diventare una prigione. Servono interventi anche a favore degli insegnanti e dei dirigenti scolastici in quanto educatori attivi nel processo di crescita di ogni studente. Sono due anni - conclude – che tentiamo di costruire una interlocuzione proficua con l'Ufficio scolastico regionale, purtroppo senza alcuna risposta. Mettere insieme sinergie è l'unica strada per intervenire con efficacia”.