Firenze, 25 agosto 2024 – «Un modo per combattere l’overtourism? Mettere regole diverse al Fondo di solidarietà comunale". È la proposta di Simone Gheri, direttore di Anci Toscana, l’associazione che riunisce i Comuni della regione. Un’idea lanciata già nel 2017 dal sindaco di Castiglione della Pescaia (Grosseto), uno dei tanti municipi ad avere pochi abitanti in inverno, ma vere e proprie folle di vacanzieri in estate, con ricadute pesanti sui servizi e sulle casse comunali.
In cosa consiste la proposta?
"Il cosiddetto Fsc, ovvero il Fondo di solidarietà comunale, prevede una serie di meccanismi per riequilibrare le differenze di risorse fra municipi diversi. Oggi si ha una forma di solidarietà orizzontale, ovvero i Comuni con maggiori incassi supportano quelli che ne hanno meno. Per esempio, ci sono Comuni con molte seconde case, tipicamente quelli altamente turistici, che incassano molto di Imu e che si vedono togliere questi fondi a favore dei municipi che hanno quasi soltanto prime case. Potrebbe sembrare un criterio equo, ma non lo è, perché i Comuni con molte seconde case devono gestire una pressione turistica enorme e servizi altrettanto impegnativi, non parametrabili al solo numero di residenti stanziali, che è ovviamente molto più basso".
Cosa fare quindi?
"Lasciare quei fondi ai Comuni, in modo che possano utilizzarli per finanziare i servizi ed evitare che il turismo diventi un motivo di disagio per i residenti. La somma mancante potrebbe essere compensata dallo Stato, passando dunque da una solidarietà orizzontale a una verticale".
In quali altri modi pensate si possare affrontare il tema dell’eccessiva pressione turistica in alcune aree?
"In generale con una forte collaborazione fra i Comuni, i 28 ambiti turistici, la Regione e Toscana Promozione. Occorre lavorare insieme per distribuire i turisti anche in zone della Toscana meno conosciute. Lo stiamo già facendo, ma sappiamo che non basta. Ci sono quindi altri strumenti da valutare come il numero chiuso, un uso diverso della tassa di soggiorno, un’azione di regolamentazione degli affitti brevi e anche una restituzione di funzioni ai centri storici. Sono però azioni che non vanno bene ovunque: la scelta deve essere puntuale".
Faccia qualche esempio pratico.
"Il numero chiuso può funzio nare solo in ambiti ristretti, non è generalizzabile. Ugualmente bisogna valutare dove la nascita di hotel diffusi possa essere un’opportunità, permettendo magari il recupero di borghi abbandonati, e dove invece finisca per allontanare i residenti. In questo secondo caso è importante che il pubblico si impegni a riportare funzioni, servizi e residenze nei centri storici".
Tassa di soggiorno: cosa non va?
"Deve essere sfruttata meglio e soprattutto a vantaggio di tutta la collettività. Il turista non deve diventare un’occasione di guadagno solo per chi vende pizza, propone souvenir o affitta un alloggio, trasformandosi in un fastidio per tutti gli altri. La ricchezza portata dai visitatori deve essere un beneficio per tutti e questo passa proprio da un uso diverso della tassa di soggiorno".