Prato, 13 aprile 2019 - Il fallimento della ditta, l’esercizio provvisorio e sette cambi di proprietà: dal 2003 a oggi gli ex dipendenti della ditta Papalini ne hanno viste di tutti i colori. Ma sono ancora insieme. E per ricordare quel periodo così difficile si sono ritrovati a cena alla casa del popolo di San Giusto. La Papalini è un pezzo di storia di Prato, fondata negli anni Sessanta dall’elettrauto di piazza delle Carceri. La ditta si trovava in via Vannucchi quando nacque l’idea di commercializzare, noleggiare e riparare i carrelli elevatori che rappresentavano la novità nel settore della movimentazione merci. Nel 2003 l’azienda contava 108 dipendenti, con età media di 30/35 anni e 30 furgoni che giravano l’Italia per fornire assistenza tecnica. A Genova c’era una succursale della ditta con 20 dipendenti e nel parco clienti erano entrate anche importanti società di traghetti e pure il colosso Enel. «Nessuno di noi – racconta Roberto Marinai, direttore tecnico di allora e oggi vicino alla pensione – si aspettava questo fallimento. All’epoca mi sono trovato a gestire da solo una situazione pesante ma grazie alla sensibilità del giudice riuscimmo a ottenere un esercizio provvisorio di 45 giorni e presentare un business plan. Con la gara per l’affitto del ramo d’azienda la Papalini passò al nostro principale concorrente, la Cvs di Piacenza.
I dipendenti riassorbiti furono 56, altri riuscirono a ricollocarsi perché nella Papalini è stata sempre fondamentale la formazione professionale». Da allora si sono avvicendati sette proprietari, fra cui una multinazionale finlandese. L’ultima è la Omg di Gonzaga (Mantova), con sede a Oste e il totale dei dipendenti ha superato le 100 unità. «Sono entrato dopo il fallimento – racconta Roland Agalliu – e ho trovato un ambiente accogliente, in cui l’azienda è sempre stata al primo posto per gli operai. Così ho creato il gruppo whatsApp ‘Orfani Papalini’ e abbiamo organizzato la cena. Da cinque anni sono responsabile di officina». Alfonso Sacco era in Papalini dal 1989: «Dal settore dell’automobile passai ai carrelli elevatori, come tecnico e addetto alle riparazioni. Il nostro bacino di lavoro è ampio e oggi esistono diverse aziende in questo settore». Un ex dipendente che ha girato il mondo per la Papalini è Umberto Colzi, oggi in pensione e amministratore del circolo Arci di San Giusto: «Ho lavorato in tanti porti italiani, in Europa, in Egitto, in Marocco. Per me la notizia del fallimento fu un fulmine a ciel sereno». La Omg lavora in tutta la Toscana: dalle cartiere di Lucca alle cave di Carrara, offre molte opportunità di formazione anche se sono pochi i giovani che guardano con interesse al settore. In azienda ci sono anche lavoratori extracomunitari. La cena alla casa del popolo ha riunito oltre 40 ex colleghi della Papalini in un clima di festa fra ricordi, sorrisi e commozione.
M. Serena Quercioli