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L’eolico della discordia. Giani: "Rispetto ambiente ed esigenze locali. Ma urgono scelte"

Pale in Maremma: intervento del presidente della Regione. "Come amministratori abbiamo il dovere di guardare al futuro"

Il panorama di Montauto dove dovrebbero sorgere le otto pale eoliche

La Toscana è in fibrillazione per il progetto di due parchi eolici da costruire in Maremma: il primo a San Donato, che in parte abbraccia il Parco dell’Uccellina a due passi da Magliano, e l’altro, più recente, a Montauto, nel Comune di Manciano. Una ventina di pale eoliche, alte 200 metri, studiate per sfruttare il vento e produrre energia elettrica per circa 100 megawatt di potenza. Le istanze per l’avvio del procedimento di Valutazione di impatto ambientale, presentate dalla Wind, hanno scatenato un putiferio. Otto le pale previste a Manciano, che nei giorni scorsi ha ricevuto l’annuncio del progetto in una lettera inviata dal ministero per lo Sviluppo Economico. E il sindaco Mirco Morini, che si appella alla Regione, è sul piede di guerra: «È una mostruosità incredibile e inaccettabile. Faremo tutte le battaglie che servono per dire no a questo scempio». Il governo, attraverso la viceministra Gava, ha fatto già sentire la sua voce: «Deve esserci il giusto bilanciamento tra energia, ambiente e territorio. Gli impianti devono essere realizzati, tenuto conto delle peculiarità del paesaggio in cui andranno a insistere». Ma dall’altra parte il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, da sempre contrario alla costruzione di impianti energetici, ha sparato ad alzo zero: «Lo ripeto da tempo a tutti i ministri competenti. Ogni impianto di quel tipo è un orrore. Deturpare quel paradiso è un progetto criminale». E se la politica è spaccata, gli ambientalisti non sono da meno. Legambiente appare possibilista: «Non sempre la tecnologia è un male. Dipendere meno dal gas russo non può che essere positivo»; mentre Italia Nostra è contraria in modo netto: «Ci chiediamo come otto aerogeneratori alti come grattacieli possano spuntare in uno degli angoli più incontaminati e passare per opere a basso impatto per il solo fatto che producono energia». Lo scontro, insomma, è aperto e divide.

di Eugenio Giani*

Firenze, 22 agosto 2023 – L'ambiente è fondamentale per la salvaguardia del nostro pianeta e per garantire prospettive migliori alle nuove generazioni. Per raggiungere questo obiettivo occorre un giusto equilibirio tra le attività economico-produttive e la salvaguardia dell’ambiente. A questo proposito le emissioni inquinanti sono al centro della nostra attenzione. Una risposta arriva dalle energie rinnovabili che, insieme alla tutela del paesaggio, alla produzione agricola naturale e di filiera, rappresentano gli elementi di un’alchimia sempre più difficile.

È, pertanto, difficile scegliere, per esempio, tra pannelli fotovoltaici e colture. Per quanto ci riguarda come amministratori è necessario trovare la corretta sintesi. Ciò lo vediamo proprio in questi giorni nel momento in cui si pensa di realizzare un parco eolico, scelta sicuramente virtuosa dal punto di vista energetico. Ecco che però puntualmente qualcuno ha dei dubbi. Pensate alle pale eoliche di Villore nel Comune di Vicchio nel Mugello che sono state sbloccate negli ultimi mesi del Governo Draghi, ma che avevano conosciuto lo stop e l’opposizione dei comitati. Come amministratori abbiamo però il dovere di guardare al futuro e alla necessità di spostare il segno della nostra produzione energetica verso ciò che meno impatta sul clima. Anche in questo modo infatti si tutela il paesaggio.

Il nostro compito è dunque quello di trovare una chiave di volta nelle decisioni che hanno a che fare con la tutela dell’ambiente. E’ evidente che in questo momento dobbiamo seguire ogni indicazione utile per ridurre l’inquinamento, per produrre energia rinnovabile, per tutelare il nostro paesaggio e per garantire la produzione di filiera corta per un’agricoltura che valorizzi i prodotti del territorio. I quattro elementi che devono trovare un loro equilibrio.

Quando queste esigenze vengono in contrasto ci vuole il buonsenso di capire quale sia la scelta giusta anche nel lungo periodo. E questo può avvenire solo con la conoscenza vera del territorio e quindi le Regioni e gli enti più vicini ai cittadini che hanno familiarità con le caratteristiche dei nostri territori possono svolgere un ruolo rilevante. La Regione può esercitare la funzione di raccordo, coadiuvando dal punto di vista normativo con un’elaborazione normativa adeguata alle esigenze dei cittadini. Allo stesso tempo è necessaria una chiara politica energetica in grado di affrancarci sempre più da ciò che impatta sul clima.

Lavoreremo sulla legislazione regionale per valorizzare la crescita di energie rinnovabili, considerando la compatibilità con gli altri elementi di tutela ambientale, ma avendo il coraggio di fare scelte che facciano crescere la produzione energetica delle rinnovabili in modo sostanziale. Abbiamo bisogno di ambientalismo del fare che renda la produzione energetica un bene diffuso. Siamo consapevoli del ruolo che la Regione Toscana sarà chiamata a svolgere oggi e in futuro per questo.

* Presidente Regione Toscana