CARLO BARONI
Cronaca

Parla la donna accoltellata alla gola: "Mai sottovalutare i gesti violenti. Io l’ho fatto e lui mi ha quasi ucciso"

Pontedera, la testimonianza di Rosanna Calistro: accoltellata alla gola da un uomo che aveva frequentato. "Mi aveva già picchiato, ma io non l’avevo denunciato. Non pensavo che sarebbe arrivato a tanto"

Il luogo dell'aggressione (Germogli)

Pontedera (Pisa), 14 novembre 2023 - «Anche ogni piccolo segnale di violenza, anche solo verbale o psicologica, è un alert da non sottovalutare mai", dice Rosanna Calistro, 57 anni. Lei, e lo ammette, l’ha fatto. Ha sottovalutato. E si è trovata un coltello piantato nella gola. Successe il 14 ottobre scorso sotto casa di lei a Pontedera: l’uomo con cui aveva avuto una frequentazione – Valerio Spinelli, 46 anni, bagnino di Livorno che ora è in carcere – la lasciò a terra, in un lago di sangue, a chiedere aiuto con gli ultimi fili di voce. Rosanna, è a casa e si sta riprendendo: ha deciso di parlare con La Nazione , in questi giorni di preparazione alla giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne che ricorre il 25 novembre.

«Non è facile per me parlare di questa vicenda, lo faccio nella speranza che la mia testimonianza possa servire ad aiutare altre donne", dice l’ex guardia penitenziaria.

Rosanna, quell’uomo aveva già alzato le mani in un’occasione. Ma lei scelse di non denunciarlo. Perché?

"Perché pensi sempre che cose del genere a te non potranno accadere mai. Perché spesso siamo portati a pensare che non si possa arrivare a tanta cattiveria. Ma non è così".

Lei, appunto, un campanello d’allarme l’aveva avuto

"Non avrei mai pensato, però, che nascondesse tanta malvagità, che sarebbe arrivato a tanto".

Lui venne di proposito, secondo lei, per fare quello che ha fatto?

"Secondo me sì, quello che è successo racconta questo. Aveva un coltello ed è venuto a cercarmi".

Ricorda tutto della mattina in cui ha sfiorato la morte?

"Sì. Sentì un freddo tremendo dopo la coltellata alla gola. Caddi a terra, vedevo il sangue sgorgare e ricordo di aver chiesto aiuto e di aver detto di chiamare mia mamma perché stavo morendo. Poi il buio".

Ha memoria del suo arrivo in ospedale?

"No. Posso dire di quando mi sono svegliata".

Qual è la prima cosa che ha pensato?

"Ho provato la vera gioia di essere viva perché, appunto, quello che mi era accaduto lo sapevo bene, e sapevo anche che se non fossi stata subito soccorsa, se nella drammatica sequenza dei fatti ogni cosa non si fosse messa a mio favore, non ce l’avrei mai fatta".

Ha avuto paura?

"Ho paura. Ce l’ho sempre addosso. Ho paura che possa tornare e farmi ancora del male, che possa venire a casa e farlo alle persone a cui voglio bene".

Quante domande si è fatta dopo il suo ritorno alla vita?

"Mi chiedo, e non trovo risposta, come possa essere arrivato a farmi questo, cosa gli è scattato nella testa. Anche farsi queste domande fa paura".

Cos’ha provato quanto ha saputo che era stato arrestato?

"L’ho saputo subito quando ero in ospedale, dove sono stata coccolata dal primo istante. Mi sono sentita sollevata".

I carabinieri che lo hanno arrestato nei giorni scorsi hanno ricevuto un encomio in Comune .

"Sono stata tentata di andare alla cerimonia, poi ho preferito non espormi. A loro va il mio grazie, come va anche alla polizia di Pontedera che si è impegnata nelle indagini. Sono infinitamente grata ai medici, a tutto il personale, ai cittadini che mi soccorsero subito facendomi guadagnare attimi preziosi per arrivare viva in ospedale, ai tanti che hanno avuto un pensiero per me, all’amore dei miei familiari, al mio ex marito che mi è stato vicino".

C’è un’ultima cosa che vuol dire?

"Sì, denunciate prima che sia troppo tardi".