ANGELA BALDI
Cronaca

Patrizio Bertelli ha donato un milione di euro per il restauro della Pieve

Il ringraziamento della Diocesi. Aperto un c/c dedicato alle donazioni per finanziare i tanti interventi necessari

Arezzo, 13 febbraio 2024 – La diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro esprime la propria profonda gratitudine nei confronti di Patrizio Bertelli, Presidente del Gruppo Prada, per la generosa donazione che ha destinato alla Pieve di Santa Maria Assunta in Arezzo, uno dei gioielli d’arte e della fede più preziosi per la Chiesa diocesana e la comunità di Arezzo. Si tratta di un milione di euro che verranno utilizzati per gli importanti e improrogabili lavori di restauro e manutenzione di un edificio tanto bello, quanto fragile, a cui tutti gli aretini sono profondamente legati.

“Sono molto contento – dice il vescovo diocesano mons. Andrea Migliavacca - e ringrazio Patrizio Bertelli per l’importante donazione che ha dato alla diocesi per intraprendere questi necessari interventi di restauro della bellissima Pieve. È un contributo che incoraggia ad avviare al più presto i lavori e incoraggia anche altri soggetti della città, per quanto loro possibile, a fare la propria parte per portare a compimento l’intervento complessivo di recupero di quest’opera così importante per la cittadinanza e la comunità ecclesiale. Il mio ringraziamento va anche all’avvocato Giovanni Gatteschi, al ministro Sangiuliano per il suo interessamento personale e va naturalmente alla presenza, collaborazione e intraprendenza della Soprintendenza, per la sua fattiva collaborazione. Insieme a essa, grazie a un tavolo di lavoro comune, intraprenderemo i lavori necessari per mettere a frutto questo prezioso contributo”.

La Pieve di Santa Maria Assunta, è uno dei simboli di Arezzo. La chiesa battesimale urbana sorse tra il V e il VI secolo, a cui ne seguì uno più grande intorno al IX secolo. A metà del XII secolo anche la Pieve altomedievale venne demolita e ne fu eretta una nuova in forme romaniche. La caratteristica torre campanaria, detta “delle cento buche”, venne conclusa intorno al 1330. Esternamente oggi la Pieve si presenta con la sua magnifica facciata romanica, suddivisa in un ordine inferiore di cinque arcate cieche su colonne di granito, al quale si sovrappone il loggiato superiore a tre ordini con colonnette tutte diverse tra loro.

Negli anni ’70 del secolo scorso la Pieve è stata oggetto di un importante restauro a cura della competente Soprintendenza, con il quale si è cercato, per quanto possibile, di arrestare il fenomeno di degrado sulle murature esterne e in particolare sugli elementi lapidei. Un degrado manifestatosi in maniera inequivocabile lo scorso 11 giugno 2023 che ha visto il crollo di porzione di una colonna dalla facciata principale.

Già dal lunedì seguente, grazie al tempestivo intervento della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena Grosseto e Arezzo ci si era attivati per condividere e individuare le ulteriori risorse necessarie per un così delicato restauro.

“La necessità di procedere celermente con importanti interventi conservativi sullo straordinario monumento della Pieve di Santa Maria ha favorito l’attivazione di fondamentali sinergie tra la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, il Ministero della Cultura e un imprenditore privato – spiega il Soprintendente, architetto Gabriele Nannetti -. Il primo segnale concreto di operatività è arrivato negli anni scorsi proprio dallo Stato, con le risorse messe a disposizione del Segretariato Regionale MiC per la Toscana e della Soprintendenza, mediante un finanziamento di un milione e centomila euro, finalizzato alla verifica di vulnerabilità, riduzione del rischio sismico e restauro. Proprio in queste ultime settimane si sta procedendo alla verifica e validazione del progetto esecutivo redatto per la parte architettonica dai funzionari architetti della stessa Soprintendenza e per quella strutturale dallo studio dell’ing. Cangi di Città di Castello, a seguito di procedura di affidamento di evidenza pubblica.

Da sottolineare come la fase progettuale sia stata preceduta da un esaustivo approfondimento del quadro conoscitivo dell’intera antica fabbrica, mediante attività diagnostiche che hanno evidenziato notevoli criticità sia di carattere strutturale che architettonico. Infatti, con le risorse ministeriali si riuscirà ad affrontare in maniera efficace solo una parte delle problematiche, come quelle prioritarie riconducibili al rilevante rischio statico e sismico presente sul campanile.

Nei prossimi mesi si procederà allo svolgimento della gara per l’affidamento dell’appalto e alla successiva apertura del cantiere entro l’estate.

Si ricorda, inoltre, come una parte delle menzionate risorse del Ministero della Cultura, con procedura di somma urgenza del giugno 2023, anche a seguito del crollo di un colonnino in pietra, siano già state destinate alla messa in sicurezza della facciata principale, attraverso opere provvisionali poste lungo Corso Italia e consolidamenti localizzati, che hanno acconsentito di perseguire anche congrue misure di protezione della pubblica incolumità.

In questo clima di forti preoccupazioni, ma anche di grande impegno congiunto tra istituzioni ecclesiastiche e pubbliche, la generosità del dottor Patrizio Bertelli e del Gruppo Prada rappresenta un momento di altissimo profilo per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale della Nazione.

Come Soprintendenza ci impegneremo a richiedere ulteriori finanziamenti nelle prossime programmazioni dei lavori pubblici che afferiscono al nostro Ministero, ma in questo momento dobbiamo davvero pronunciare un enorme grazie a Patrizio Bertelli e al Gruppo Prada.

Sono sicuro che insieme al Vescovo Monsignor Andrea Migliavacca e ai nostri rispettivi funzionari e collaboratori riusciremo a portare avanti con responsabilità, professionalità, determinazione e sacrificio questa sfida impegnativa, con l’obiettivo impegnare al meglio le risorse disponibili e di trasmettere alle generazioni future i valori religiosi e culturali della Pieve di Santa Maria”.

“La recente caduta di una colonna dalla facciata, che poteva anche trasformarsi in tragedia, ha mostrato a tutti lo stato di degrado della facciata e quanto siano urgenti interventi di consolidamento – commenta mons. Alvaro Bardelli, parroco della Pieve -. Così si è destato l’interessamento della città verso questo monumento ed è emerso che gli interventi riguardanti la facciata e tutte le colonne dell’abside richiedono circa tre milioni di euro. Tutti fondi da aggiungere a quanto necessario per il consolidamento del campanile e della struttura della chiesa più in generale.

La famiglia Bertelli ha da sempre legami con la Pieve, un tempo ne era anche parrocchiana. Anche da parte mia vanno i più sentiti ringraziamenti per questa donazione così importante, sia per l’importo che per il forte valore simbolico. Si tratta di un gesto che mostra che ciascuno, compatibilmente con le proprie possibilità, può fare molto. È una vera e propria iniezione di fiducia al complesso e oneroso percorso di riqualificazione della Pieve. Facciamo appello alla generosità degli aretini perché mossi dal buon esempio, facciano il possibile per raccogliere i fondi necessari per iniziare al più presto i lavori. Inoltre, per garantire la massima trasparenza, d’accordo con la Soprintendenza, è stato aperto un apposito conto corrente presso Crédite Agricole intestato alla parrocchia di S. Maria

Pieve sul quale è possibile fare donazioni e il cui iban è IT80S0623014101000030458848.

Nel ringraziare tutti coloro che faranno la propria parte, l’invito è anche a diffidare di coloro che eventualmente si presentassero per la raccolta di fondi senza essere stati autorizzati dalla parrocchia. Gli unici referenti ufficiali per chi volesse dare un contributo sono Romolo Bianchini e Alberto Papini. Infine, il mio ringraziamento va anche a tutti coloro che, in passato, in particolare attraverso il Rotary, hanno contribuito alla riqualificazione della Pieve, all’avvocato Gatteschi e al ministro Sangiuliano, informato tempestivamente della situazione della Pieve dalla senatrice Petrucci, che il giorno del crollo della colonna si trovava ad Arezzo”.