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22 febbraio 1997: pecora Dolly, la clonazione è realtà. Ed ecco il perché del suo nome

Tutti conoscono la sua nascita: ecco invece quando e come è morta la pecora che ha segnato una svolta rivoluzionaria per la biologia e l’inizio delle ricerche sulle cellule staminali

La pecora Dolly

Firenze, 22 febbraio 2022 - C’era una volta la fantascienza: poi il 22 febbraio 1997, questa divenne realtà. Quando un articolo sulla rivista Nature annunciò il successo della prima clonazione di un mammifero: la pecora Dolly. In un’epoca in cui i social ancora non esistevano, la notizia divenne lo stesso ‘virale’ e fece immediatamente il giro del mondo, accendendo dibattiti e polemiche.

In realtà Dolly era nata molto prima della data del suo pubblico annuncio: esattamente il 5 luglio 1996 nell’istituto scozzese Roslin di Edimburgo. Si trattava di uno straordinario punto di arrivo, inseguito con numerosi esperimenti. Basti pensare che prima di Dolly erano state trasferite ben 277 cellule somatiche in altrettanti ovociti: solo in 29 casi si erano ottenuti degli embrioni, trasferiti nell’utero di 13 pecore, con un solo successo.

Dolly segnò una svolta rivoluzionaria per la biologia: è stata la prima volta che, a partire da una cellula specializzata nel produrre latte, si è ottenuto un organismo vero e proprio. Ma come si è giunti a ‘creare’ Dolly? Tutto è partito da una cellula prelevata dalla ghiandola mammaria di una pecora di razza Finn Dorset, trasferito nell’ovulo privato del nucleo di una pecora di razza Scottish Blackface. Dopo il trasferimento, il Dna della cellula adulta si era riprogrammato e la cellula era tornata a essere indifferenziata e capace di svilupparsi in ogni direzione (totipotente) come una cellula embrionale. Da qui ha cominciato a formarsi un embrione, a sua volta trasferito nell’utero di una terza pecora, che ha portato avanti la gravidanza.

Da allora la stessa tecnica, perfezionata, ha permesso di ottenere cloni di specie utili in laboratorio come il topo o il maiale, fino a quelle minacciate di estinzione. Era l’inizio di un’autentica rivoluzione scientifica: per la prima volta veniva dimostrato che lo sviluppo di una cellula non era ‘irreversibile’. Vale a dire che non solo una cellula adulta possedeva tutto il Dna per la creazione di un animale adulto, ma si poteva riprogrammare facendola tornare indietro nel tempo, regredire fino a tornare ‘bambina’, ossia indifferenziata, a uno stato embrionale. Capace così di svilupparsi in nuove direzioni, dando origine a un embrione o a cellule di tessuti diversi. Dolly segnò dunque l’inizio delle ricerche sulle cellule staminali.

Nel tempo, gli animali fotocopia hanno permesso di affinare la tecnica del trasferimento nucleare, e oggi molti dei fattori della riprogrammazione cellulare sono più chiari. Pelle, cornea, cartilagine e vasi sanguigni hanno cominciato a prendere forma nei laboratori, coltivati a partire dalle cellule staminali, e queste ultime sono ormai lo specialissimo inchiostro che ha permesso di stampare in 3D fegati e cervelli in miniatura: laboratori viventi per studiare malattie e sperimentare farmaci. Se oggi tutto questo è possibile, un grande contributo va a quest’esperimento di 25 anni fa.

Ma che fine ha fatto la pecora più famosa al mondo? Giacchè era stata originata da cellule di una mammella, il suo nome deriverebbe dalla cantante Dolly Parton, nota per il suo décolleté prosperoso. Sei anni dopo la clonazione, l’animale morì per un’infezione polmonare, dovuta al fatto di essere rimasta troppo al chiuso. Gli scienziati ne sono certi: la sua scomparsa non ha nulla a che vedere con la sua straordinaria creazione. Sarebbe dunque vissuta più a lungo se solo fosse stata più all’aria aperta, come una pecora normale.

Nasce oggi

Arthur Schopenhauer nato il 22 febbraio 1788 a Danzica, Polonia. È stato uno dei più eccelsi filosofi tedeschi e tra i maggiori pensatori del XIX secolo. Ha scritto: “La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare”.

Maurizio Costanzo