TOMMASO CARMIGNANI
Cronaca

Posso pescare il granchio blu? Regole e permessi

La mania del crostaceo coinvolge anche i pescatori amatoriali. Ma ci sono alcune regole da rispettare

Pescare il granchio blu è consentito anche ai pescatori amatoriali

Firenze, 6 settembre 2023 – Sul web esistono dei veri e propri video tutorial con i quali realizzare delle nasse per ingannarlo, ma visti i numeri con cui sta proliferando in tutte le spiagge della Toscana non è poi così difficile prenderlo.

La mania del granchio blu è ormai letteralmente esplosa anche tra i pescatori amatoriali, grazie alla bontà delle sue carni e alla semplicità con cui si può cucinare. E se sui banchi del supermercato continua ad andare a ruba, i più intraprendenti studiano il modo di procacciarselo in prima persona. Sì, pescare il granchio blu non solo è consentito, ma con un po’ di pazienza e qualche accorgimento è anche piuttosto semplice farlo.

Vista la velocità con cui si sta riproducendo, si trova ormai in tutte le spiagge della Toscana. Ma per insidiarlo è prima di tutto necessario trovarlo. Il granchio blu predilige le foci dei fiumi e gli ambienti lagunari, le acque basse e gli arenili: da Orbetello a Carrara, ogni area che corrisponda a queste caratteristiche può essere potenzialmente l’habitat ideale di questo crostaceo. Alcuni esempi? La foce del canale Scolmatore a Calambrone e la spiaggia di Marina di Pisa, la foce del fiume Arno, quella del fiume Cornia a Piombino o le spiagge a ridosso dei tanti canali della Versilia. 

Per un pescatore amatoriale, il metodo più semplice e immediato per insidiarlo è il guado. Saranno sufficienti un paio di stivali tipo trampolieri, un retino a manico lungo e un secchio. Una volta individuata una spiaggia poco profonda con l’acqua particolarmente trasparente, bisognerà camminare alla ricerca dei granchi. Una volta scovato un esemplare basterà catturarlo col retino e buttarlo nel secchio: il granchio blu è in grado di nuotare, ma non è così veloce. Per chi invece non vuole bagnarsi, basterà una lenza particolarmente resistente a cui agganciare un esca. Una zampa o un pezzo di pollo, ma anche del fegato, sono l’ideale: basterà lanciarla in acqua nel posto giusto e attendere che il granchio l’afferri. A quel punto si potrà recuperare piano piano e catturarlo con l’aiuto di un retino. La stessa operazione può essere fatta con l’ausilio di una canna da pesca.

Altri preferiscono posizionare nasse o trappole. Si possono realizzare con una scatola pieghevole o una rete a cerchio, ma il principio è lo stesso. Bisogna attaccare un pezzo di esca all’interno della trappola, calarlo nell’acqua e attendere. Dopo 15-20 minuti sarà sufficiente tirare la trappola in superficie e controllare la presenza di granchi.

E le regole? Per la pesca in mare bisogna essere in possesso del tesserino di esercizio all’attività di pesca sportiva e si può scaricare gratuitamente sul sito del ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Se invece si opera all’interno delle foci è necessario il permesso di pesca per le acque interne che comporta il pagamento di una quota annuale.

Bisogna però fare molta attenzione alle regole in vigore a seconda della zona, del comune o della provincia. Ci sono infatti molte aree della Toscana che adottano specifici regolamenti e divieti per la pesca, sia per quanto riguarda i luoghi che le attrezzature consentite. Il massimo che si può trattenere è 5 kg di pescato. Il consiglio, prima di recarsi a pesca di granchi blu, è di rivolgersi alla Capitaneria di Porto competente per capire se in quel determinato luogo è consentita la pesca e quali sono le regole da rispettare