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Li avete mai visti? Pesci alieni e non solo, le specie più curiose e rare nei nostri mari

Nel Mediterraneo si possono trovare animali ben più unici di uno squalo Verdesca. Eccone alcuni

Pesce scorpione, pesce palla maculato e caravella portoghese (Foto Ansa)

Marinella di Sarzana (La Spezia), 18 giugno 2024 – Certo, non fa molto piacere vedersi davanti uno squalo mentre si sta nuotando. Inevitabile in un primo momento la paura, anche se è bene ricordare che quello avvistato in mare a Marinella di Sarzana nei giorni scorsi era una Verdesca, una specie che come ricordato dal biologo marino dell’Università di Firenze Alberto Ugolini, “non crea nessun rischio per i bagnanti”. 

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A far paura è il non sapere cosa si ha di fronte. Il tutto accompagnato da un retaggio culturale, da film cult e da una letteratura che ci hanno sempre indotto a pensare allo squalo come a un animale cattivo, sanguinoso, letale. Niente di più falso… 

Più che altro avvistare uno squalo mentre si è al mare è un evento unico, se non raro. Anche perché questi predatori non amano avvicinarsi alla costa e agli umani – ricorda il biologo Ugolini –, preferiscono stare al largo dove possono nutrirsi di pesci e crostacei. 

Ma se è un evento unico incontrare uno squalo, ci sono alcune specie nel mar Mediterraneo ancor più rare e singolari. Tempo fa il ricercatore del Cnr-Irbim di Ancona Ernesto Azzurro lanciò una campagna, denominata ‘Attenti a quei 4’, per informare la popolazione sulla presenza nei mari italiani di quattro pesci alieni, provenienti dal canale di Suez. "Senza fare allarmismi – sottolineò il ricercatore – sono specie comunque a cui prestare attenzione per evitare spiacevoli incidenti”. Vediamole: 

Pesce scorpione

Pesce scorpione o Pterois miles. È stato segnalato per la prima volta in Italia nel 2016 ed è una tra le specie più invasive al mondo, conosciuta anche per aver colonizzato gran parte delle coste Atlantiche occidentali con imponenti impatti ecologici. La specie è commestibile ma bisogna fare attenzione alle spine perché queste possono causare punture molto dolorose anche 48 ore dopo la morte dell’animale.

Pesce scorpione (Foto Ansa)
Pesce scorpione (Foto Ansa)

Pesce coniglio scuro

Pesce coniglio scuro o Siganus luridusil pesce coniglio striato o Siganus rivulatus. Sono stati segnalati in Italia per la prima volta nel 2003 e nel 2015, rispettivamente. Specie erbivore particolarmente invasive, sono entrambe commestibili ma bisogna fare attenzione alle spine. Queste possono causare punture dolorose anche dopo la morte dell’animale.

Pesce coniglio (Foto Ansa)
Pesce coniglio (Foto Ansa)

Pesce palla maculato

Pesce palla maculato o Lagocephalus sceleratus. È stato segnalato per la prima volta in Italia nel 2013. È caratterizzato dalla presenza di macchie scure sul dorso grigio-argenteo. La specie possiede una potente neurotossina che la rende altamente tossica al consumo, anche dopo la cottura. Non va quindi mangiato. Ha una possente dentatura con la quale può infliggere morsi dolorosi.

Pesce palla maculato (Foto Ansa)
Pesce palla maculato (Foto Ansa)

Caravella portoghese

Caravella Portoghese. Simile a una medusa, è uno cnidario idrozoo, un clenterato marino. Si tratta di un sifonoforo, un organismo gelatinoso formato da tanti piccoli individui chiamati polipi che si aggregano in maniera strutturata a formare una sorta di "superorganismo" che funziona sinergicamente come fosse una cosa sola. 

Caravella portoghese (Foto Ansa)
Caravella portoghese (Foto Ansa)

Austrominius modestus

Austrominius modestus. È un piccolo crostaceo balanide marino originario dell’Oceania, in grado di incrostare le chiglie delle imbarcazioni. È una specie aliena invasiva che costituisce un serio rischio per l’ambiente marino perché è in grado di competere con successo con varie specie di invertebrati importanti per questo habitat.

Crassula helmsii

Crassula helmsii. E non solo animali rarissimi, anche piante e alghe. La Crassula helmsii è una pianta acquatica originaria dell’Oceania, di grande interesse per i settori florovivaistico e acquariologico. Si tratta di una specie molto invasiva, capace di proliferare anche in ambiente terrestre, che forma mantelli vegetali in grado di coprire interamente qualsiasi superficie, soffocando le piante native. Causa anche ingenti impatti economici perché impedisce la navigazione dei corsi d’acqua, la pesca e l’accesso alle sponde, ed è inserita nell’elenco delle 100 specie più invasive del mondo.

Granchio blu (Foto Ansa)
Granchio blu (Foto Ansa)

Cosa sono le specie aliene

Ma cosa sono queste specie aliene? Le specie aliene, dette anche non indigene, esotiche, non native o alloctone, sono organismi animali o vegetali introdotti al di fuori del loro ambiente, anche come gameti, semi e uova, poi in grado di sopravvivere e riprodursi. Diventano invasive quando riescono ad insediarsi e a diffondersi altrove, provocando danni alla biodiversità, al funzionamento degli ecosistemi, alle attività socio-economiche o alla salute umana nelle regioni invase (ricorderemo tutti la psicosi per il granchio blu dello scorso anno). Le specie aliene arrivano con l'introduzione volontaria, involontaria o la migrazione. Nel caso dell'introduzione volontaria sono trasferiti da un ambiente all'altro attraverso l'acquacoltura, l'acquariofilia e l'importazione di esche vive. L'introduzione involontaria avviene attraverso il traffico marittimo e con organismi associati all'acquacoltura. Possono arrivare, infine, per migrazione, attraversando canali artificiali, quali il canale di Suez. Il traffico marittimo è poi una delle cause principali di introduzione e successiva diffusione di specie aliene nei mari italiani. Può avvenire tramite le acque di zavorra, utilizzate dalle navi per stabilizzare la navigazione, e attraverso il 'fouling', ossia l'insieme degli organismi incrostanti che si fissano sugli scafi. Gli organismi vengono così trasportati ad opera dell'uomo fuori dal loro habitat e se riescono a sopravvivere, possono riprodursi e diffondersi nel nuovo ambiente.