
Renato Curcio mentre firmava autografi alla Festa Rossa di Lari (foto Germogli)
Pisa, 10 settembre 2014 - L’EX terrorista Renato Curcio sarà a Pisa lunedì per presentare, il suo ultimo libro «Il mal di lavoro». L’ideologo della lotta armata, fra i fondatori delle Brigate Rosse, che ha scontato una lunga pena in carcere e dal 1998 vive una seconda vita come direttore di una casa editrice, torna in terra pisana per la seconda volta in meno di un mese e questa volta su invito dei Cobas. Lunedì alle 17.30 al circolo di via Battichiodi presenterà la sua ultima pubblicazione dedicata al rapporto fra salute e lavoro, tema cui Curcio dedica inchieste muovendosi per l’Italia a sensibilizzare le coscienze. «Questo volume — spiegano i Cobas — è il risultato di un’inchiesta in centri commerciali, ditte, cooperative, uffici pubblici, una discussione sul lavoro di oggi che ha come protagonisti i lavoratori sempre più sfruttati e sotto costante ricatto di perdere il posto».
LA PRESENZA a Pisa dell’ex brigatista che mai ha rinnegato il suo passato nè si è mai pentito, fa di nuovo sobbalzare Riccardo Buscemi, consigliere di Forza Italia e vicepresidente vicario del Consilio comunale, che ai primi di agosto, quando Curcio fu ospite a Lari della Festa Rossa — dove firmò autografi e libri —, aveva innescato con Luca Fracassi (Fratelli d’Italia) un rovente dibattito e un coro di indignazione che aveva attraversato anche il Pd. Dopo Lari, Curcio torna arriva a Pisa, là dove si contribuì a scrivere i drammatici capitoli di quegli anni di piombo oggi simboleggiati dall’assassinio di Moro. E Riccardo Buscemi torna a indignarsi: «Arieccolo! Colpisce la recidiva con cui si continui a replicare incontri di questo tipo, omettendo di ricordare ai più giovani chi sia Renato Curcio. La disinvoltura e l’arroganza con cui viene organizzata questa iniziativa è un’offesa al senso dello Stato e a quelle vittime ancora piante dai loro familiari. È una vergogna: come italiano piango, come amministratore di questa città arrossisco». E lancia l’appello: «Chiedo al sindaco e a tutte le forze politiche di Pisa, sindacati, associazioni, cittadini, di condannare questa vergognosa iniziativa e di prenderne le distanze. Occorre un’ondata di indignazione collettiva».