
Raccolta dei pomodori
Firenze, 14 aprile 2025 – In Toscana la pomarola rischia di diventare “sleale”. Al 31 dicembre del 2024, l’Ispettorato centrale per la qualità e la repressione frodi ha scoperto 12 violazioni da parte di aziende della grande distribuzione e trasformatori.
Violazioni nelle pratiche commerciali
Queste aziende sono accusate di aver usato la loro forza contrattuale per obbligare gli agricoltori ad accettare condizioni economiche sfavorevoli, vendendo i loro prodotti anche sotto il costo di produzione.
A rendere noto il dato è Coldiretti Toscana, commentando il nuovo rapporto annuale sulle pratiche sleali nei rapporti tra agricoltori, trasformatori e supermercati. In particolare, tra le irregolarità segnalate ci sono il ritardo nei pagamenti e contratti troppo ‘pesanti’ e non giustificati, imposti ai fornitori.
Tutela degli agricoltori e consumatori
La legge contro le pratiche sleali, entrata in vigore anche in Italia, è stata fortemente voluta proprio da Coldiretti. Serve a proteggere gli agricoltori, garantendo loro un prezzo giusto e condizioni più trasparenti. In questo modo vengono tutelati anche i consumatori, che possono contare su filiere più corrette ed etiche.
“Il prezzo pagato per i prodotti agricoli – spiega Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana, – non può essere inferiore ai costi di produzione, sia che si tratti di pomodori, latte, carne, olio o miele. Questo è un principio su cui abbiamo combattuto a lungo, perché molte imprese sono schiacciate dall’aumento dei costi, come energia, semi e fertilizzanti, e da un clima sempre più instabile. Sotto una certa soglia, un contratto diventa una speculazione, e quella soglia viene fissata dall’Ismea, l’ente nazionale per l’agricoltura”.
Controlli e applicazione della legge
I controlli, attivi anche in Toscana, stanno facendo emergere i primi abusi. Secondo Cesani, adesso le imprese agricole possono finalmente difendersi dallo strapotere di grossisti e supermercati. Ma molte hanno paura di ritorsioni. Proprio per questo Coldiretti garantisce l’anonimato a chi segnala irregolarità.
La legge italiana che vieta le pratiche sleali è stata approvata nel 2021 per colmare un vuoto normativo che lasciava troppa libertà nei contratti tra agricoltori e aziende. Coldiretti è stata la prima a denunciare una multinazionale, dando così il via all’applicazione concreta della norma.
“Questa legge – conclude Cesani – è solo un tassello in un progetto più ampio per proteggere il reddito degli agricoltori. Un progetto che comprende anche etichette trasparenti, la lotta contro il codice doganale e la richiesta di regole uguali per tutti negli scambi con i Paesi extra UE, per evitare che entrino sul nostro mercato prodotti scadenti a prezzi troppo bassi”. Insomma, una battaglia per il cibo buono, giusto e rispettoso di chi lo produce.