Firenze, 30 aprile 2020 - “Ogni notte, quando vado a letto, prego Dio di non farmi risvegliare. La mia vita è un inferno. Ho 83 anni, vivo sola in tre stanze, mio marito è ricoverato in una Rsa, è cieco, sordo, ha l’Alzheimer, non mi riconosce. Non abbiamo figli perché non li abbiamo potuti avere. Non ho nipoti. Vivo in un condominio dove nessuno mi considera, potrei morire e nessuno se ne accorgerebbe”. A raccontare la sua storia di straziante solitudine è la signora Liliana, il nome è di fantasia, un’anziana donna di 83 anni.
La sua testimonianza dalla pagina Facebook di ‘Storie di Firenze’ ha toccato il cuore di molti fiorentini, che hanno risposto con decine di offerte di aiuto alla signora, soprattutto per tenerle compagnia telefonicamente e per aiutarla nell’acquisto dei beni di prima necessità. Non potendo, nel rispetto della sua privacy, fornire pubblicamente il numero di telefono della signora, il consiglio è quello di rivolgersi ad Auser Volontariato Firenze, che ha segnalato la storia della signora, e che può indirizzare a lei oppure alle altre decine di anziani che vivono in città una situazione molto simile. Il servizio in questione di Auser si chiama “Parlami di te” (055-294324), un progetto che mette al centro l’importanza dell’ascolto e del racconto. Le giornate possono apparire davvero interminabili, e se una telefonata non allunga la vita, sicuramente porta sollievo e conforto a chiunque si trovi in una situazione di solitudine. “Parlami di te” è dedicato agli anziani che, come la signora Liliana, il nome è di fantasia, affrontano la solitudine quotidianamente. Ricevere una telefonata da chi è disposto ad ascoltare e condividere può rappresentare non solo un momento di sollievo, ma anche un impagabile scambio generazionale. Ecco perché da Auser rinnovano l’appello, soprattutto ai giovani: “ ‘Parlami di te’ si rivolge ai giovani che si avvicinano al mondo del volontariato a cui sarà richiesto di offrire all’anziano un momento di compagnia con una semplice telefonata. Un’opportunità umanamente unica per scoprire un vero e proprio patrimonio tra le chiacchiere, condivisioni di vita quotidiana e sarà anche un monitoraggio importante sulle reali necessità delle singole persone in un momento di estrema fragilità”.
Maurizio Costanzo