Prayer, spirito libero: "Per lui contava solo la verità"

Addio a Vittorio Prayer, giornalista carismatico e libero. Il ricordo commosso della figlia Eleonora, anch'essa giornalista, che racconta la sua eredità professionale e umana.

Prayer, spirito libero: "Per lui contava solo la verità"

Vittorio Prayer, giornalista protagonista per tanti anni della vita di Carrara, è scomparso giovedì scorso

E’ scomparso giovedì a 78 anni Vittorio Prayer, giornalista protagonista per tanti anni della vita di Carrara, nostro collaboratore e corrispondente del Corriere della Sera e della Rai. Volentieri ospitiamo il ricordo della figlia Eleonora, anche lei giornalista.

Eppur si muore. E quando si ha uno spirito libero e un carattere carismatico si lascia un grande, un immenso vuoto attorno. Se n’è andato mio padre, Vittorio Prayer Galletti, grande giornalista e grande scrittore. Ha portato la sua Carrara sulla Rai e sulle prime pagine del Corriere del Sera.

Aveva un rapporto così stretto con questa città che non ha mai voluto lasciarla, nemmeno quando gli proposero di partire come inviato speciale oppure di trasferirsi a Milano.

Tra genio e follia, sregolatezza e giustizia, mio padre era un uomo, un giornalista libero. Talmente libero e legato al giornalismo e alla verità, che negli ultimi mesi mi disse: "Io posso scrivere dappertutto, anche sui muri, l’importante è scrivere la verità". Era sempre un piacere leggerlo, ascoltarlo o vederlo in Tv. Un giornalista vero, senza peli sulla lingua e senza macchia sulla carta, ha insegnato a me e a tanti giornalisti tutti i trucchi del mestiere.

La nostra casa era sempre piena di ospiti importanti: artisti, musicisti, fotografi, addirittura un capo indiano Apache. Ero solo una bambina, ma ricordo perfettamente quando a cena babbo invitava gli inviati speciali della Rai come, ad esempio, Franco Guarino: i miei occhi luccicavano e il mio cuore batteva all’impazzata perché, girando il mappamondo e fermandolo con un dito, Guarino, come gli altri inviati speciali, mi ammettevano che, in qualsiasi posto, anche se il più lontano e sconosciuto, c’erano stati. Non avevo dubbi, il mio lavoro sarebbe stato quello della giornalista. Avevo solo 7 anni.

Da adolescente mi svegliavo la mattina con la voce di babbo al Tg radio Rai, era sempre un piacere ascoltarlo. I miei primi passi da giornalista, a 19 anni, sono stati alla redazione de La Nazione di Carrara, con lui sempre a fianco. Quanti pianti nel bagno del giornale le prime settimane, avrei voluto quasi mollare tutto. Invece no, sono andata avanti finché poi è arrivato il responso da mio padre: “Sei una brava giornalista, vai avanti così”. Tra genio e follia, sregolatezza e ricerca della verità, mio padre mi ha insegnato ad essere una giornalista, anzi una persona libera.

Eleonora Prayer