REDAZIONE CRONACA

«Prelievo di campioni di DNA per aggressioni da lupo: è un imperativo in un territorio ormai invaso da questi predatori»

L’intervento del Comitato “Emergenza lupo – Arezzo”

lupo

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Arezzo, 12 dicembre 2024 – Prelievo di campioni di DNA per aggressioni da lupo: è un imperativo in un territorio

ormai invaso da questi predatori.

Negli ultimi anni, il crescente numero di aggressioni di lupi a persone e animali domestici

ha sollevato preoccupazioni nelle comunità rurali e urbane.

Questo fenomeno, che mette in pericolo la sicurezza pubblica, richiede risposte rapide e

coordinate. Tra le proposte emergenti spicca la necessità di introdurre l’impiego

sistematico di tamponi per il prelievo di campioni di DNA nei pronto soccorso, una misura

che potrebbe fornire prove scientifiche decisive per accertare l'origine

dell'aggressione e le relative responsabilità.

Le aggressioni attribuite ai lupi generano controversie e dibattiti, sia per la difficoltà di

distinguere gli effettivi responsabili (ad esempio i cani i o cosiddetti “ibridi”) sia per il danno

emotivo che tali eventi comportano, nelle persone aggredite, ma anche nella popolazione

che si trova a fronteggiare l’ormai diffuso pericolo.

Il crescente numero delle aggressioni all’uomo, non ha indotto alcuna risposta da parte

delle istituzioni nazionali e regionali, questo preoccupante (ed eloquente) disinteresse apre

a scenari che lasciano intendere ad una chiara volontà di tenere il problema

sottotraccia, per non incorrere in specifiche responsabilità (non solo politiche), di chi

dovrebbe tutelare la “cosa pubblica”, senza subire le intimidazioni e la disinformazione

degli animalisti.

In cuore del problema non è costituito solo dagli insanabili danni alla pastorizia estensiva,

alla biodiversità ed alla rarefazione della fauna selvatica (il capriolo in modo particolare),

oggi vediamo predare sistematicamente anche gli animali domestici e d’affezione, infine addirittura l’uomo.

Ormai quasi quotidianamente si riferiscono casi di aggressioni alle persone, ma la sanità

pubblica non si sta dotando di quegli strumenti, di per se non onerosi, che servirebbero a

rappresentare lo stato attuale dell’emergenza.

La raccolta di campioni di DNA direttamente dalle ferite o dai tessuti danneggiati delle

vittime (umane o animali) rappresenterebbe un importante passo avanti. Questi dati

consentirebbero di identificare con certezza la specie responsabile, fornendo elementi

oggettivi per orientare le azioni di controllo e di prevenzione.

I pronto soccorso (anche quelli veterinari) sono un nodo cruciale in questa strategia.

Dotare le strutture sanitarie di kit per il prelievo di campioni biologici garantirebbe un

intervento tempestivo e standardizzato.

I tamponi, una volta raccolti, verrebbero in viati a quei laboratori specializzati per l'analisi

genetica, già presenti nel territorio.

In un momento storico in cui le persone colpite da malore nelle campagne vengono poi

dilaniate dai lupi (Castel di Sangro), quando gli agricoltori vengono morsi durante il lavoro

nei campi (Castelnuovo al Vomano) ed i bambini che giocano nei parchi pubblici o in

spiaggia devono essere letteralmente strappati dalla bocca del lupo (Roma e Vasto), non

c’è più tempo da perdere, lo stato dei fatti deve diventare di pubblico dominio.

La cittadinanza deve essere messa di fronte alla valutazione dei danni causati dalla

presenza dei lupi nelle aree antropizzate, assumendosi la responsabilità economica,

morale e politica del mantenimento di questa situazione.

La soluzione portata avanti dai nostri governanti, ossia il cosiddetto declassamento del

livello di protezione del lupo nella Convenzione di Berna, ha fornito la scusa per rimandare

(nella pratica) il contenimento di questa specie di almeno 2 ANNI, una linea politica

davvero “poco coraggiosa” che serve solo a non assumersi la responsabilità di applicare le

deroghe previste dall’articolo 11 del D.P.R. 357 del 1997 (la norma che ha applicato la

Direttiva “Habitat” in Italia).

A questo punto la Regione Toscana, dato che non chiede l’applicazione delle deroghe al

Ministro dell’Ambiente, dovrebbe quantomeno dotare i Pronto Soccorso dei necessari

tamponi per il prelievo del DNA dalla morsicature.

Allo stato attuale non si distingue più dove finisce l’ignavia e comincia la connivenza, in

pratica quasi nessun politico può essere considerato assolto dalle responsabilità di tutto

quello che sta avvenendo e che succederà.

Il Comitato “Emergenza lupo – Arezzo” ha lanciato un appello al Consigliere Regionale

Marco Casucci, Vice Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, affinché sollevi la

questione nelle sedi di competenza, confidando nel fatto che in questi anni di attività non ci

ha mai fatto mancare il suo appoggio e la fattiva collaborazione per la risoluzione di questo

grave problema.