FRANCESCO MARINARI
Cronaca

Si dice "presepio" o "presepe"? La Crusca risponde. Ma in Toscana è anche "capannuccia"

Un dilemma linguistico tipicamente natalizio

Un presepe (Foto di repertorio, Fotocronache Germogli)

Firenze, 23 dicembre 2019 - Sono diverse le domande che arrivano all'Accademia della Crusca su un dilemma tipicamente natalizio: è più corretto dire "presepe" o "presepio"? Con un intervento sul suo sito internet rilanciato poi anche dai social, l'Accademia della Crusca scioglie il dubbio: si possono usare entrambe le forme, come del resto ha fatto uno dei padri della letteratura italiana, Alessandro Manzoni, in diversi suoi scritti. La Crusca torna indietro nel tempo, alle origini della parola. 

"Già il latino aveva due forme, quella più antica praesaepe, -is, sostantivo neutro della terza declinazione attestato anche in Virgilio – a cui si affianca una forma femminile praesaepes, -is usata da Plauto – e praesaepium, praesaepii, neutro della seconda (lo troviamo in Plinio, nel I sec. d. C.) ricostruito sul plurale praesaepia", dicono gli studiosi. Letteralmente, in latino "presepe" o "presepio" significa "mangiatoia". Anche se, a livello toscano, non è raro incontrare persone che usano il termine "capannuccia", che era la piccola capanna che si fa nelle case, o nelle chiese per la solennità del Natale. Anche se in realtà la parola è quasi scomparsa, ma la sentiamo ancora dire dalle persone più anziane.

Alessandro Manzoni, nella sua poesia "Il Natale" usa prima "presepio", quindi "presepe" nel finale del componimento. Questo ha sdoganato definitivamente entrambe le parole. Oggi è indubbio un uso maggiore di "presepe". Per impressionare il nostro interlocutore e fare bella figura possiamo dunque, lo fa capire la crusca, usare entrambi i termini. "Che sia presepe o presepio vi auguriamo che anche il vostro sia perfetto: buon Natale!", è l'augurio finale della Crusca.