Firenze, 2 aprile 2021 - E’ una storia incredibile e dolorosa quella del professore associato di infermieristica all’Università di Firenze che si era schierato contro il vaccino Pfizer, convinto che non fosse sicuro, suscitando la dura reazione della task force anti Covid dell’Ateneo. Eravamo alla fine del 2020 e la vaccinazione in Europa aveva appena preso il via in un clima di euforia generale ma costellato da tante posizioni no-vax, anche di illustri cattedratici: poi sfilate, manifestazioni. Legittimo pensare che alle parole il professor Filippo Festini abbia fatto seguire i fatti e che, dunque, non si sia vaccinato. Ma ora, come pagando un cinico contrappasso, sta lottando contro il Covid, ricoverato nella rianimazione dell’ospedale di Careggi, attaccato alla speranza che il macchinario Ecmo, che consente di supplire alla funzione polmonare con una procedura di circolazione extracorporea come supporto all’insufficienza respiratoria causata dal virus, riesca a farlo uscire da questo dolorosissimo inferno.
Il prof ha 56 anni, vive a Firenze con la moglie e sua figlia. Chissà cos’ha pensato mentre il virus gli toglieva il fiato e le forze. Chissà se tornando indietro non avrebbe preferito correre quei rischi che così pervicacemente aveva sostenuto. Festini è stato sindacalista, aveva anche tentato la strada di candidarsi alla presidenza dell’Ordine degli infermieri. Aveva già cominciato da tempo a fare attività di ricerca e didattica all’ospedale pediatrico Meyer, dov’era stato a lungo impiegato. Poi l’università, la docenza. E all’indomani del Vaccine day del 27 dicembre quel lungo post su facebook che aveva scosso l’opinione pubblica e l’Università di Firenze.
"Io non mi vaccinerò per due motivi – è scritto sulla sua bacheca – Avendo insegnato metodologia della ricerca, so che 7 mesi per sperimentare un qualsiasi medicamento non sono sufficienti a garantire che esso non abbia effetti avversi o indesiderati nel medio e lungo termine. Inoltre nell’inverno 1995-96 ho fatto il vaccino antinfluenzale e dopo poco ho cominciato ad avere episodi di vertigini improvvise fortissime con nausea e vomito, durate per oltre sei mesi. Ad almeno quattro altri operatori sanitari nel mio ospedale è successa la stessa cosa. Da allora non ho più fatto vaccinazioni contro virus influenzali (e, per inciso, non ho mai preso l’influenza). Non voglio rischiare che si ripeta". Pur professando di non essere un negazionista, Festini aveva insistito che "in questa follia generale, l’unica cosa che nego è la presenza di spirito critico e di capacità di discernimento in un numero preoccupantemente alto di professionisti sanitari".
Insomma un no al vaccino che probabilmente gli avrebbe evitato questa sofferenza. Già prima del post con cui aveva sollevato tanto clamore, aveva preso posizione sui tamponi, sempre su Facebook, mettendo in guardia i genitori, sui rischi della procedura "per i bambini in quella fase dello sviluppo in cui sono oppositivi e non collaborativi nei confronti di qualsiasi procedura invasiva". Ora è una lotta tra lui e il virus. Dalla sua ha l’età e i sanitari che stanno combattendo con lui per tirarlo fuori dalla fase più difficile.