LISA CIARDI
Cronaca

Pronto soccorso, come fermare la fuga dei medici? Incentivi e carriere, le proposte

Una serie di proposte della Regione per rispondere alla lettera firmata da 288 professionisti. Sarà modificata l’organizzazioneinterna

L'esterno di un pronto soccorso

Firenze, 3 marzo 2023 – Una delibera, pronta la prossima settimana, per modificare l’organizzazione dei pronto soccorso. Una proposta di legge per anticipare gli incentivi a favore di medici e operatori sanitari.

E la richiesta al ministero della Salute di un piano nazionale speciale. Si articola su queste tre linee la risposta della Regione Toscana alla lettera inviata da 288 medici dei pronto soccorso per lanciare l’allarme e minacciare dimissioni di massa se non verranno presi provvedimenti rapidi e risolutivi.

A illustrare le prossime azioni sono stati ieri il governatore Eugenio Giani, l’assessore alla Salute Simone Bezzini, il direttore generale sanità Federico Gelli, la responsabile dell’assistenza ospedaliera Michela Maielli e Stefano Grifoni, direttore del pronto soccorso di Careggi e presidente del Comitato scientifico dell’organismo per il governo clinico.

"La lettera è uno stimolo costruttivo - ha detto Giani - che accogliamo. Non l’ho ancora ricevuta, ma se fosse stata presentata secondo canoni più ordinari, avremmo subito organizzato un incontro con i rappresentanti dei medici per spiegare le azioni che avevamo già messo in campo".

Quindi i numeri e i dati con i quali la Regione inquadra il fenomeno. "Confrontando l’inizio del 2023 con il 2019 – ha proseguito il presidente della Regione – vediamo che nei pronto soccorso toscani ci sono complessivamente 60 medici in meno e che le differenze sono concentrate in alcune aree, a partire dalla Ausl Toscana Centro, ovvero nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, dove ne mancano 59 rispetto a quattro anni fa".

Nel frattempo gli accessi dei pazienti nei pronto soccorso, secondo la Regione, non sono aumentati: erano 1,5 milioni nel 2019 e sono stati 1 milione e 350.000 nel 2022.

Ma è anche vero che i pazienti si fermano più a lungo nei pronto soccorso, sia perché spesso si tratta di anziani con patologie complesse sia per la difficoltà di trovare posti letto nei reparti. "Stiamo preparando una proposta di legge regionale per organizzare meglio le cose", ha concluso Giani.

"Abbiamo indetto un concorso, riuscendo però ad assumere solo nove medici perché c’è una sorta di fuga da questo tipo di lavoro. Va anche precisato che nei pronto soccorso toscani non abbiamo medici a gettone, né cooperative come accede invece in altre Regioni".

Nei dettagli delle misure è entrato l’assessore Bezzini. "Tutte le Regioni chiedono al Governo azioni tempestive per affrontare questa problematica", ha detto.

"Mercoledì gli assessori alla sanità hanno indicato le priorità da porre al ministro nei prossimi giorni. Tra queste, la necessità di un piano speciale che preveda la qualificazione dell’attività nei pronto soccorso come usurante, un orario ridotto per chi ha più di 60 anni e può svolgere semmai funzioni di tutor, incentivi economici e agevolazioni nei percorsi di carriera, utilizzo di specializzandi". Nel frattempo, anche la Regione Toscana ha annunciato alcune azioni.

Una delibera ad hoc, è stato detto, sarà pronta per la prossima settimana con iniziative sul piano dell’organizzazione del lavoro e dei riconoscimenti economici (come il passaggio della retribuzione per l’attività aggiuntiva da 60 a 100 euro l’ora), ma anche il rafforzamento della sanità territoriale e la nascita della figura "bed manager" per gestire i posti letto nei reparti.

«Stiamo studiando una proposta di legge per anticipare alcune risorse stanziate nella penultima legge di stabilità", ha concluso Bezzini. "Si tratta di 1,8 milioni di euro, che non abbiamo potuto usare a causa della mancanza dell’intesa sindacale nazionale per la dirigenza medica, e che cercheremo ora di sbloccare".