Firenze, 17 novembre 2024 – Negli ultimi due anni l’affollamento ai pronto soccorso, le attese estenuanti dei pazienti e il grave fenomeno delle violenze patite dal personale sanitario sono una narrazione sempre più ricorrente, anche in Toscana.
Ma i problemi del pronto soccorso partono da lontano. Nel 2019 nei reparti di emergenza-urgenza toscani si registrò il record dei 1.537.453 accessi.
Da quell’anno sembra passato un secolo. Quei numeri non sono mai più stati raggiunti, ma i problemi sono aumentati a dismisura. La lezione impartita dal virus non è stata messa a frutto: dal crollo degli accessi negli anni dell’emergenza pandemica, quando si registrò una diminuzione drastica, di oltre il 50% (1.006.187 pazienti nel 2020), la risalita è stata progressiva, le toppe messe al sistema insufficienti.
Le fughe di massa del personale sanitario erano già cominciate e la pandemia mostrò con chiarezza la necessità di rifondare la medicina di base e territoriale.
Ebbene, oggi gli accessi al pronto soccorso, complessivamente, restano più bassi rispetto al 2019 (1.417.440 nel 2023 e 1.284.574 fino al 13 novembre 2024) ma nel frattempo si è perso il 25% del personale in pianta organica. Dei circa 400 medici che ci lavoravano a tempo indeterminato, ne sono rimasti poco più di 300.
Le carenze vengono coperte con ore di straordinario, come previsto dalla delibera regionale del maggio 2023, con specializzandi assunti con contratti libero professionali a tempo determinato o sostituzioni di medici da altri reparti. Ma la carenza di personale è solamente una delle criticità.
Le emergenze da codice rosso nel 2019 erano state 25.251, lo scorso anno 21.427, nel 2024 fino a ora 18.625; le urgenze gravi, non differibili dalle 200.365 del 2019 sono passate a 110.202 nel 2023 e sono state sinora 94.220 in quest’anno; in flessione anche le urgenze differibili, che nel 2019 erano state 726.614 e nel 2023 619.732 (560.435 sinora nel 2024).
Cosa c’è che non torna? A far saltare il banco sono le urgenze minori, persone che dovrebbero trovare risposte altrove. E che invece determinano un’esplosione di accessi. Erano state 341.968 nel 2019 poi schizzate a 476.878 nel 2023 e sono già 445.511 in quest’anno in corso. Quelle che vengono classificate non urgenze, invero, sono diminuite rispetto al 2019, quando ne arrivarono 236.783 rispetto alle 188.346 del 2023 e alle 178.154 di quest’anno.
Dunque? Il problema dei pazienti cronici e anziani fragili è prioritario. Per i casi meno gravi vedremo se l’effetto dell’apertura dei Pir (i Punti di intervento rapido), prevista per dicembre, per ora in via sperimentale in sei postazioni dell’Asl Toscana centro, potrà essere un sollievo, certo non la panacea.
Da gennaio poi partirà l’attivazione di nuove case della salute e di ospedali di comunità. Ma il timore è che anche il 2025 possa essere un anno di transizione e di sofferenza, perché la trasformazione della medicina di famiglia è ancora lontana dall’essere compiuta e il numero dei medici continuerà ad assottigliarsi per effetto dei pensionamenti della generazione del boom economico.
Le previsioni non molto rassicuranti sui trasferimenti statali alle regioni per la sanità non danno slancio al cambio di passo. E le attese, benché la Toscana, in base ai dati Agenas del 2023, sia ben piazzata, danno luogo a un numero clamoroso di abbandoni. Se i ricoveri nel 2019 erano stati 200.731, 184.749 nel 2023 e 155.535 nel 2024, gli allontanamenti spontanei dal pronto soccorso sono aumentati dai 48.770 del 2019 ai 53.311 del 2023.
Sono già stati 47.885 quest’anno. I codici meno gravi nei pronto soccorso della Toscana aspettano 116 minuti contro i 164 della media nazionale (meglio della Toscana solo Umbria e provincia autonoma di Bolzano), le urgenze differibili 171 minuti contro i 229 della media nazionale (meglio della Toscana solo Bolzano), le urgenze da ricovero attendono 396 minuti contro i 416 della media nazionale (Toscana a metà classifica).
Per leggere questo dato, bisogna tenere conto che la prolungata attesa di chi aspetta il ricovero è dovuta alla carenza di posti letto, soprattutto di area medica. In Toscana siamo sotto la media italiana di posti letto per acuti. Siamo sul 2,9 per mille abitanti contro il 3,7 della media nazionale (la più bassa in Europa). Frutto dei tagli degli anni passati. Per arrivare alla media nazionale mancherebbero circa 2.500 posti letto, l’impegno era quello di recuperarli con le cure intermedie per i cronici (circa 1.000/1.200) cosa che, di fatto, è accaduta solo parzialmente. Vediamo cosa succederà con gli ospedali di comunità (23 finanziati dal Pnrr). Se arriveranno nel 2026 e riusciranno a dare la risposte adeguate e attese.