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Arezzo, 11 aprile 2025 – Secondo gli ultimi dati Bankitalia prosegue la riduzione degli sportelli bancari nella nostra regione nel 2024 (-2,7%) complessivamente in linea con il dato nazionale (-2,4%) mentre è stabile il dato relativo ai dipendenti. Si segnala che su base nazionale si consolida la concentrazione delle filiali nel nord Italia (58%) soprattutto nelle regioni di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
Per Paolo Cecchi (segretario generale Fisac Cgil Toscana) “prosegue inesorabile, e con percentuali ormai stratificate, il calo continuo degli sportelli bancari in Regione; scelta che penalizza territori e cittadinanza in specie nelle aree interne. Siamo preoccupati per il prossimo e presumibile avvio di una serie di operazioni di accorpamenti tra le aziende di credito (visto le Ops già presentate) che presumibilmente accelereranno il fenomeno della desertificazione delle filiali”.
In Toscana, dal 2023 al 2024, si sono persi 42 sportelli bancari. La maggior parte di questi sono su Firenze (10), ma sono le province più piccole a segnare gli andamenti peggiori come Prato (-7,4%) o Massa Carrara (-3,9%). Analogo andamento se si fa un confronto con il 2015: la Toscana perde più di un terzo delle agenzie (-35,2%) con Pistoia (-46,2%) e Prato (-45,6%) le province che segnano le peggiori performance.
Al primo posto, in termini assoluti, c'è la Città metropolitana di Firenze, 10 sportelli in meno, quindi Pisa con 7, Arezzo, Prato e Siena a 5, Massa Carrara e Pistoia con 3, Lucca con 2, Grosseto e Livorno ne hanno perso solo uno a testa. Due i comuni toscani che nel 2024 non hanno più uno sportello, entrambi nelle aree interne: Londa (Firenze) e Sambuca Pistoiese (Pistoia).
Con riferimento al numero di sportelli ogni 100.000 abitanti (che segnala il livello di capillarità del “servizio bancario”) prosegue la riduzione per quasi tutte le realtà toscane. Seppur rispetto alla media nazionale (33 ogni 100.000 abitanti) la situazione locale risulta migliore (40 /100.000); il dettaglio per provincia conferma ancora una volta una maggiore e progressiva rarefazione nelle province più piccole come ad esempio Prato (da 26 a 24/100.000 abitanti). Si segnalano che 2 comuni toscani nel 2024 non risultano più “bancati”, purtroppo appartenenti alle cosiddette “aree interne” della Toscana; uno nella provincia di Firenze (Londa) e uno in quello di Pistoia (Sambuca Pistoiese).
Secondo Paolo Cecchi, segretario generale di Fisac Cgil Toscana, “i dati complessivamente descrivono una situazione toscana in continua, seppur lenta, desertificazione; la chiusura delle filiali ormai non interessa più soltanto le aree interne ma altresì le zone cittadine e l’area metropolitana di Firenze. Gli esiti dell’avvio del cosiddetto Risiko bancario sono ancora al di là da poter esser previsti e valutati ma, certamente, determineranno un’accelerazione nella chiusura degli sportelli, visto la probabile riduzione e semplificazione dei player bancari e finanziari nel nostro paese. Lo stesso forte investimento nella digitalizzazione dei processi da parte delle banche costituisce un’altra causa della desertificazione; al riguardo, occorre accelerare nel ridurre i gap di conoscenza e consapevolezza finanziaria da parte dei cittadini toscani, anche al fine di evitare che lo sviluppo dell’internet banking moltiplichi le frodi e le truffe on line”.
Conclude Cecchi: “Accogliamo con grande soddisfazione la creazione dell’osservatorio sulla desertificazione bancaria costituito dalla Regione Toscana e attendiamo con impazienza di confrontarci con le aziende di credito e gli altri stake holders interessati a questa tematica, che riteniamo importantissima per i cittadini e i lavoratori bancari toscani”.