Firenze, 7 febbraio 2024 – «Gli agricoltori hanno affrontato tante difficoltà, prima, il Covid-19, poi, i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente che stanno mettendo a dura prova il loro lavoro e i loro redditi. Da componente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, ho lottato per proteggerli dagli aumenti dei prezzi e da politiche ambientali irrealizzabili, astratte ma non cadiamo nel tranello dei movimenti estremisti e anti europeisti che soffiano sul fuoco dei bisogni reali degli agricoltori a fini elettorali», commenta in una nota Daniela Rondinelli, europarlamentare PD. «Un aiuto al settore agricolo è arrivato dalla riforma della Direttiva 2008/98/CE sui rifiuti. Grazie al mio lavoro infatti abbiamo difeso i territori in cui il settore agricolo è fondamentale e in cui, allo stesso tempo, ogni anno finiscono nella pattumiera il maggior numero di rifiuti alimentari», spiega la parlamentare PD.
«Mi sono battuta molto, affinché la riforma della direttiva puntasse piuttosto a una ripartizione equa ed equilibrata dei nuovi obblighi sullo spreco lungo la filiera agroalimentare: la vendita al dettaglio, la grande distribuzione, i servizi di catering e infine la ristorazione - aggiunge Rondinelli -. In Toscana, dove secondo secondo il Rapporto Rica 2023 (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) i valori medi regionali risultano superiori ai corrispondenti valori italiani, gli agricoltori non dovranno preoccuparsi di rispettare ulteriori vincoli potendo sfruttare, al massimo, le proprie produzioni». «La Toscana, inoltre, è una regione chiave per tutto il compartimento agricolo dove i ricavi totali delle aziende presentano un ammontare di 99.829 euro, superiore del ben 14% rispetto a quello nazionale. Bisogna fare di più per il settore agricolo in evidente difficoltà. Basti pensare ai numeri della Toscana: si contano attive 52.146 aziende agricole che coprono il 4,6% del totale nazionale. Ma nonostante queste cifre sopra la media nazionale, la Toscana negli ultimi dieci anni ha perso oltre 20 mila aziende agricole (-28,3%) e 640.111 ettari (-15,1%) di Sau (Superficie agricola utilizzata)», spiega la parlamentare PD. «Il momento di agire è ora, e occorre definire le priorità. Una di queste, a mio avviso, è rappresentata dalla riforma della PAC 2023-2027 imprescindibile, perché su base settennale, per tenere conto delle crisi e dei bisogni contingenti degli agricoltori, coniugandoli al meglio con la sostenibilità ambientale obiettivo ineludibile per evitare che la crisi climatica metta in ginocchio seriamente tutto il comparto», conclude.