
Medicina estetica (foto di repertorio)
Firenze, 9 maggio 2019 - L'utilizzo del concentrato piastrinico (Prp - plasma ricco di piastrine) per uso non trasfusionale, in particolare nella medicina rigenerativa o in dermatologia e' una pratica ormai consolidata a livello internazionale. Le ispezioni condotte dai carabinieri del Nas in tutta Italia ne hanno accertato l'impiego in diverse strutture prive delle previste autorizzazioni. Secondo il centro nazionale sangue dell'istituto Superiore di Sanita', negli ultimi anni la pubblicita' del trattamento e' molto cresciuta anche nell'ambito della chirurgia estetica: il Prp viene indicato, dai professionisti del settore, come "facilitatore nelle procedure di lipofiller, cura per le rughe, trattamento di biorivitalizzazione".
Il prp - potente concentrato di fattori di crescita in grado di stimolare la rigenerazione dei tessuti - si ottiene grazie a una tecnica che prevede la centrifugazione del sangue autologo (cioè prelevato dallo stesso paziente) all'interno di un processo che termina con la produzione di una parte di plasma ad alta concentrazione di piastrine.
Per uso non trasfusionale, spiega il Centro nazionale sangue, il concentrato di piastrine cosi' ottenuto "e' utilizzato da molti anni, con successo, come rigenerante di tessuti danneggiati ad esempio in chirurgia maxillo-facciale e odontostomatologica, in oculistica, nella terapia di ulcere cutanee croniche". In medicina estetica, "l'utilizzo del PRP si e' diffuso nel trattamento dei tessuti cutanei e sottocutanei per migliorare l'aspetto di aree quali guance, zona oculare e perioculare, pieghe cutanee del collo". Il trattamento dura circa un'ora e i costi variano a seconda delle Regioni in un range che va dai 300 ai 700 euro. Per poter eseguire tale terapia, "la struttura deve possedere l'autorizzazione all'utilizzo di emoderivati.
Il PRP, anche definito gel di piastrine (gdp), in base alla normativa nazionale attualmente vigente puo' essere preparato solo nei servizi trasfusionali". La preparazione e l'utilizzo del prodotto sono disciplinati dalla legge numero 219/2005 che regola la donazione, la manipolazione e lo stoccaggio del sangue e dei suoi derivati e dal decreto legislativo 20 dicembre 2007, numero 261 ".
La normativa che disciplina le procedure di terapia con PRP varia, in Italia, a seconda delle Regioni: allo stato attuale, nella maggioranza di queste e' obbligatoria la presenza del medico trasfusionista durante il trattamento. "Il trattamento con PRP - avverte il Centro nazionale sangue - non presenta effetti collaterali, cionondimeno una preparazione impropria e non conforme ai requisiti di qualita' e sicurezza imposti dalla normativa di riferimento puo' rappresentare un rischio per il paziente. Un procedimento di lavorazione inadeguato potrebbe esporre al rischio di contaminazione batterica e/o infezioni".