Torre del Lago (Lucca), 27 aprile 2023 – Le strade della vita lo hanno portato prima in Russia, dove ha vissuto per oltre vent’anni, poi in Spagna. Ma da giorni, da quando suo cugino Gianluca Paul Seung ha aggredito con una spranga la dottoressa Barbara Capovani, la mente e il cuore di Giuseppe Peluso sono fissi su Torre del Lago. E il pensiero è uno solo: la tragedia avrebbe potuto essere evitata.
Peluso è cugino di primo grado di Seung. Le rispettive madri sono sorelle. Da tanti anni non vice in Italia: si è trasferito in Russia e poi in Spagna, dove gestisce due pizzerie. E ha voluto dire la sua sulla vicenda. È comparso in video per due volte, deciso a difendere il cugino: vittima, secondo lui, di un sistema che lo avrebbe abbandonato a se stesso. "Gianluca, mio cugino, non è uno stupido – racconta –; per quel che mi riguarda, ha molto più cervello di me. È stato tutto sbagliato fin dall’inizio, quando ha cominciato ad avere questi problemi di testa. Ma non è stupido: con me ha sempre ragionato. Avrebbero dovuto curarlo meglio, invece di oscillare tra prigione e non prigione. Non è un cattivo ragazzo se viene preso con le buone maniere, e con me si è sempre comportato bene".
Poi, la tragedia . Annunciata, secondo Peluso. "Mi è dispiaciuto quando ho saputo la notizia – continua –; immaginavo che sarebbe andata a finire così. Dai e dai, doveva succedere. Si sapeva che sarebbe esplosa la bomba. Si sapeva da dieci anni. Io do la colpa a chi non è stato intorno a Gianluca – sottolinea il cugino –; non meritava tutto ciò, così come non lo meritava la dottoressa che è stata uccisa. Mi dispiace per la sua morte, per i suoi tre figli, ma lo sbaglio non è tutto di Gianluca. Lo sbaglio è della politica italiana, di chi ha governato in questi anni e ha sbagliato tutto. Dovevano metterlo in qualche struttura e curarlo. Mi piange il cuore, mi dispiace dirlo, ma mia zia ha fatto tutto il possibile".
Nei video, Peluso menziona anche degli attacchi social indirizzati contro il cugino Gianluca. "Vorrei che chi parla di Gianluca si fermasse a riflettere su questi dieci anni. Chi ha fatto tutta questa confusione è il giudice che è stato dietro a Gianluca per dieci anni e ha sbagliato: gli do l’ottanta per cento della colpa, perché doveva metterlo dentro prima, non ora che la frittata è fatta. Adesso spero che lo rinchiudano per un po’".
Il punto nevralgico del ragionamento di Peluso è che quel che è successo si sarebbe potuto evitare. "Mia zia ha fatto di tutto, ma purtroppo l’Italia è un paese dei balocchi. La colpa è soprattutto del giudice che non è riuscito a trovare il bandolo della matassa. In Russia queste cose non succedono: qui c’è disciplina, se fai uno sgarro ti mandano in Siberia. Sono venticinque anni che qua non si sentono notizie di violenze di questo tipo. La polizia funziona, c’è disciplina. Purtroppo, l’Italia è indietro di duecento anni. Mi dispiace per mio cugino, per la nostra famiglia, per la dottoressa e per tutto quello che è successo, ma se qualcuno ha problemi con mio cugino, ripeto: è è giusto che paghi, ma sarebbe stato più giusto che pagasse p rima. Dovevano tenerlo dentro qualche anno, magari sarebbe riusciti a curarlo e tutto questo non sarebbe successo. Ma purtroppo – conclude – ormai è inutile".