Castelfiorentino (Firenze), 10 aprile 2021 - Malika ha 22 anni ed è lesbica. Lo ha confessato ai propri genitori scrivendo loro una lettera, ma non avrebbe mai pensato a una reazione così violenta da parte delle propria famiglia. Offese, minacce a lei e a "quella faccia di m…" (la ragazza della quale la giovane si è innamorata). Un muro le è stato alzato dalla famiglia: il padre, la madre e il fratello maggiore. Impossibile accettare la sua ‘diversità’. "Ci fai schifo, gli altri genitori sono fortunati perché i figlioli ce l’hanno normali": sono soltanto alcune delle frasi che la madre, in una sequenza di messaggi vocali whatsapp, le ha gridato contro.
La ragazza ha dovuto lasciare il proprio paese, Castelfiorentino, in provincia di Firenze, per poter vivere la sua sessualità, ma ha avuto anche il coraggio di raccontare, di uscire dall’ombra e di smuovere un’intera comunità. "Volevo sentirmi libera di amare, solo questo. Ma la mia famiglia non mi ha accettata, mi ha buttata fuori di casa, mi ha insultata e minacciata. Un incubo", racconta Malika tutto d’un fiato. "Ho presentato denuncia ai carabinieri – continua – eppure ancora non sono riuscita a riavere tutte le mie cose. Provo una rabbia gigante dentro, ma almeno adesso sono libera di provare i miei sentimenti".
Lo stesso sindaco del piccolo borgo valdelsano, Alessio Falorni, si è subito attivato per cercare di aiutare la ragazza. "Ci sono dei valori e dei principi di civiltà che vanno garantiti e quindi io mi impegnerò a dare una mano a questa ragazza", ha detto il sindaco. Nel suo video denuncia, pubblicato da Fanpage, Malika racconta con la voce strozzata il suo calvario, iniziato circa tre mesi fa. "Il 4 gennaio – spiega la giovane – ho scritto una lettera che ho fatto ritrovare a mia madre in cui raccontavo il cambiamento che era successo nella sua vita, ovvero che mi ero fidanzata con una ragazza. Dopo averla letta, mi manda venti messaggi vocali su whatsapp".
Uno sfogo violento condito da parole feroci. "Ma che vita pensi di andare a fare? A fare la lesbica in giro additata da tutti? Dille a quella faccia di m… che se la chiappo le levo il cuore dal petto e la sbrano in mille pezzi". E ancora: "Hai voluto farci toccare il fondo. E’ uno schifo. Accidenti a te". Malika si asciuga le lacrime e riprende a raccontare: "Sono rimasta senza nulla, senza un tetto. Mi hanno cambiato la serratura. Dopo qualche giorno ho provato a rifarmi viva coi carabinieri chiedendo gentilmente a mia mamma di restituirmi le mie cose e lei rivolgendosi ai due agenti ha risposto ‘io non conosco questa persona, non so cosa voglia da me’. E lì – dice la ragazza - ho sentito per la seconda volta in tre giorni il mondo sprofondare di nuovo. È stato tremendo". La famiglia non ha alcuna intenzione di tornare sui propri passi.
"Nessuno può obbligarmi ad accettare questa cosa – replica la mamma – Non ha avuto alcun rispetto per la famiglia. Poteva almeno dircelo in faccia e non facendoci ritrovare una lettera. Lei ha chiuso con me. Per me è morta". La giovane cerca di farsi forza. Fiera e a testa alta, prosegue: "L’errore non l’ho fatto io. Per quanto possa amare una persona dello sesso non ho tolto nulla a nessuno, non ho fatto mancare nulla a nessuno e non ho mancato di rispetto a nessuno". Malika ha paura che se torna a casa la sua famiglia possa farle del male. "Ho ricevuto minacce da mio fratello. Mi ha detto che ho una malattia perché sto con una ragazza". Malika è uscita allo scoperto anche per dare una speranza a quanti ancora non hanno avuto il coraggio di farlo, perché, racconta con gli occhi lucidi: "Finché si ama non ci sarà niente di male".