Accoltellato all’addome per aver semplicemente rimproverato due giovanissimi vandali che di notte stavano spaccando a calci una staccionata e minacciato di chiamare i carabinieri. Mario Livi, 62 anni, dirigente di un’azienda lucchese del settore cartario, ha rischiato di morire così, per motivi banali e assurdi, dissanguato davanti casa in una tranquilla sera di fine novembre. Due coltellate gli hanno sfiorato il fegato: operato d’urgenza nella notte all’ospedale San Luca, adesso è ricoverato in coma farmacologico in terapia intensiva. Tutti ora sperano che il peggio sia ormai superato, ma la prognosi resta riservata.
I carabinieri di Lucca, al comando del colonnello Andrea Cassarà, hanno quasi subito trovato il coltello gettato in un campo e ben presto rintracciato e fermato i due presunti responsabili. E qui ecco un ulteriore choc. Si tratta infatti di ragazzini: un sedicenne e l’amico poco più che quindicenne che abitano a un paio di chilometri dal luiogo dell’aggressione. Di loro si occupa adesso la Procura del Tribunale dei minori di Firenze. L’accusa è di tentato omicidio in concorso. Quella che era iniziata probabilmente come una bravata notturna, per poco non si è trasformata nella più cupa tragedia. E tutti ora si chiedono perché.
Il drammatico episodio si è verificato verso le 22 di lunedì in via del Pino e Cortacce a Massa Pisana, tranquilla frazione di campagna a sud di Lucca. A raccontare l’accaduto è Giovanni Paoli, pensionato di 76 anni, che abita accanto a Mario Livi e insieme a lui ha colto sul fatto i due baby vandali.
"Sono ancora sotto choc – racconta Giovanni Paoli – . Quasi non ci credo. Il mio vicino Mario è stato operato e ha superato bene la notte, lo aspetto presto a casa. E’ tutto così assurdo... Mario poteva morire e anche a me poteva andare molto male. Erano circa le 22 e lui era fuori casa a fumare una sigaretta quando ha sentito degli strani rumori. Allora mi ha chiamato per chiedermi se ne sapevo qualcosa. Ci siamo avvicinati e abbiamo visto quei due ragazzini. Li abbiamo rimproverati perché avevano buttato giù alcuni pali della staccionata di legno che delimita il poggio. Mario ha preso il cellulare e gli ha detto che se non mettevano tutto a posto avrebbe chiamato i carabinieri. Lì per lì sembrava si fossero calmati, poi però uno gli si è accostato e gli ha dato improvvisamente due colpi alla pancia. Credevo fossero pugni, invece erano coltellate. Mario è caduto a terra, anche se è rimasto cosciente...".
Intanto mentre i due vicini chiamano aiuto e avvisano il 118, i due ragazzini fuggono a piedi nel buio gridando minacce di morte al loro indirizzo. Accorre anche la moglie di Livi, attirata dalle urla: alla vista del marito pieno di sangue, la donna viene colta da un leggero malore. Anche per lei sarà necessario l’invio di un’ambulanza.
I carabinieri piombano lì in pochi minuti e sulla base delle testimonianze stringono presto il cerchio intorno ai presunti responsabili. In un campo nei paraggi trovano anche il coltello usato nell’aggressione. Scatta il fermo per un sedicenne e per un amico poco più che quindicenne che abitano in due frazioni non troppo distanti. Ragazzini “normali“ potremmo dire, se questa espressione avesse un senso mentre giocano a dadi con la propria vita e con quella degli altri.