Firenze, 28 ottobre 2015 - CARO DIRETTORE, hanno trovato il sistema di far pagare il canone Rai a tutti. Nelle bollette. O paghi o ti tagliano l’elettricità. Ebbene, della luce difficilmente potrei fare a meno, ma senza tv ci potrei stare e ne guadagnerei in termini di vita. Si diceva: la borsa o la vita. Ecco, questo ben si adatta alla vicenda. Io preferisco vivere, e senza tv si vive bene. Dunque non pagherò. Anche perché non voglio contribuire a ungere dirigenti scorretti, come pare sia accaduto.
Silvio Corti, Lari
CARO CORTI, ha ragione: la vicenda Rai potrebbe rivelarsi pericolosa, perché da qualsiasi lato la si guardi si rischia di finire in galera. Pagare il canone può difatti comportare complicità (seppure a nostra insaputa) nella corruzione che – dicono le recenti cronache – sembra governare la direzione di alcuni programmi televisivi. Un’esagerazione? Una provocazione? Certo, fatto è che le riconoscerei tutto il diritto di starne fuori. Anche non pagandolo, però, si può finire male, con una condanna fino a due anni (pare) nel caso per esempio si dichiari mendacemente di non aver alcun apparecchio tv. Dunque forse fa bene a dire che preferisce vivere e che senza tv si vive meglio. Tuttavia io preferirei battermi per una televisione banalmente pubblica, che offra informazione, educazione, cultura, istruzione, approfondimento, anche divertimento, per una televisione sana come quella di una volta. In quel caso, credo, pagheremmo tutti, e volentieri.