Ram e il Novecento, la mostra su 'l'intellettuale cosmopolita'

Negli spazi della Galleria Frascione, dal 19 settembre al 17 dicembre, sculture, collages, dipinti e opere di Ruggero Alfredo Michahelles visibili per la prima volta

Riccardo Michahelles e Susanna Ragionieri

Riccardo Michahelles e Susanna Ragionieri

Firenze, 17 settembre 2019 - È stato uno degli artisti fiorentini più importanti della prima metà del Novecento Ruggero Alfredo Michahelles, in arte Ram. Per scoprire o riscoprire i suoi capolavori, Susanna Ragionieri ha curato una grande mostra monografica intitolata “Ram Tra Novecento e Metafisica. La Natura ricreata”, che viene allestita nella Galleria Frascione Arte dove sarà aperta e visitabile dal 19 settembre al 7 dicembre.

Negli spazi della galleria in via Maggio saranno esposte ben 34 opere di Ruggero Alfredo Michahelles (Firenze, 1898 – 1976), fratello del celebre Thayaht, tra cui sculture, collages e dipinti che spaziano dai primi anni venti fino alla seconda metà degli anni sessanta. E alcune di queste opere possono essere ammirate per la prima volta. Curata da Susanna Ragionieri, la mostra è stata resa possible grazie alla collaborazione del curatore dell’Archivio Thayaht & Ram di Firenze, Riccardo Michahelles, figlio dell’artista, ed è un evento unico per poter ammirare una ricca selezione di lavori, provenienti per l’occasione da prestigiose collezioni private.

Poliedrica figura di artista attivo come pittore, scultore, illustratore, graphic designer e incisore, con interessi nel mondo della scenografia teatrale, della moda, dell’architettura, Ram rappresenta appieno il prototipo di intellettuale cosmopolita “a cui l’arte - come scrisse Raffaello Franchi già nel 1926 - riesce positiva e precisa, pur cambiando ispirazione e forma”. Nella tensione astraente, sintetica e consapevolmente decorativa delle sue opere come nell’adozione dei differenti linguaggi, sempre finalizzati alla ricerca di una bellezza capace di farsi interprete del proprio tempo, è da riconoscersi una voce fra le più significative e profonde di quello spirito di modernità che caratterizza e attraversa tutta la prima parte del XX secolo, definendone la complessa e talvolta controversa atmosfera.

La mostra, inserita nel calendario degli eventi della Florence Art Week in occasione della 31a  Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, illustra il percorso compiuto dall’artista fiorentino dagli anni venti agli anni sessanta del Novecento. Del primo decennio saranno quindi visibili le influenze iniziali dello stilismo di Dominique Ingres, artista molto amato in quegli anni anche da Picasso, compenetrate ai riflessi ‘tra fiammingo e caravaggesco’ delle opere italiane studiate nei musei.

Nel decennio successivo invece emergerà con forza la sua personale esperienza neo-metafisica, in cui entrano in gioco tangenze con gli Italiens de Paris attivi nella capitale francese: Alberto Magnelli, Mario Tozzi, Renato Paresce e soprattutto Giorgio de Chirico. Il tema della Natura ricreata attraverso l’indagine di una bellezza pura e trascendente, resterà alla base di una serie di ritratti che giungono a toccare gli anni quaranta e si andrà rafforzando anche nel decennio successivo. Rappresentativi della produzione del pieno dopoguerra, saranno il ciclo degli acrobati e dei saltimbanchi che vanno a dialogare con le lontane radici del Picasso blu e rosa. Nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta, Ram si orienterà verso il mondo astraente delle forme con i nudi frammento, espressione di un puro e libero gioco di ritmi, colore e luce compiuto sull’orlo dell’assoluto.

 

Maurizio Costanzo