Monica Pieraccini
Cronaca

Reddito di cittadinanza stop. Nuovi aiuti per le famiglie: quali sono e come ottenerli

Dal primo settembre parte il “Supporto per la formazione e lavoro” (fascia di età tra 18 e 59 anni). Da gennaio invece c’è l’assegno di inclusione. Requisiti e trattamenti economici

Un caf dove si presta assistenza per il reddito di cittadinanza

Firenze, 31 luglio 2023 – Addio al reddito di cittadinanza. Le famiglie più povere saranno aiutate con i due nuovi sussidi previsti dal governo Meloni: il supporto per la formazione lavoro, Sfl, al via dal 1 settembre 2023, e l’assegno d’inclusione, in sigla Adi, che partirà il 1 gennaio 2024. Secondo le stime di Irpet, saranno circa 41mila le famiglie beneficiarie di queste misure, delle quali 18mila per l’assegno per l’inclusione e 20mila del supporto per la formazione lavoro, più altri circa 3mila con entrambe.

Come funzioneranno i due sussidi? Lo spiega Tommaso Cecchi, responsabile del patronato Sias della sede zonale di via Milano 12 a Prato. «Il supporto per la formazione e il lavoro, il primo ad essere attivato, già nel corso del 2023 – spiega – è destinato alle persone tra 18 e 59 anni, cioè ai cosiddetti ‘occupabili’, con un Isee in corso di validità non superiore a 6mila euro annui e privi dei requisiti per accedere all’assegno d’inclusione». «Quest’ultimo, invece – prosegue Cecchi – al via dal 1 gennaio 2024, è destinato ai nuclei familiari al cui interno sia presente almeno un disabile, un minorenne o un soggetto di 60 anni o più» (e Isee non superiore a 9.360 euro). Inoltre, il richiedente deve essere residente in Italia da almeno 5 anni, di cui due continuativi, e così tutti i componenti del nucleo familiare e avere patrimonio immobiliare inferiore a 30mila euro, esclusa la casa di abitazione se di valore inferiore a 150mila euro. Per quanto riguarda gli importi, quelli dell’assegno d’inclusione sono calcolati secondo una scala di equivalenza e vanno da un minimo di 500 euro per nucleo, nel caso di un solo componente over 60 o con disabilità, che sale a 780 euro per chi riceve il contributo affitto, fino a 1.150 euro al mese per i nuclei numerosi (1.430 se con contributo affitto). L’assegno può essere percepito per un massimo di 18 mesi.

«La scala di equivalenza con la quale viene calcolato l’assegno di inclusione – spiega Cecchi – è meno generosa rispetto al reddito di cittadinanza per alcune categorie di beneficiari, es. le coppie con minori sopra i tre anni o nuclei di soli adulti. Al contrario, poiché l’assegno prevede il cumulo totale con l’assegno unico per i figli a carico, per alcune categorie di nuclei con minori il contributo risulterà più generoso rispetto a quello del reddito di cittadinanza».

Diverso l’importo e la durata del supporto per la formazione lavoro, misura che è stata pensata per aiutare chi ha perso il sussidio del reddito di cittadinanza, che nel corso di quest’anno può essere percepito al massimo per sette mesi e comunque non oltre il 31 dicembre 2023, e con l’obiettivo di reinserire neet e disoccupati nel mondo del lavoro. I beneficiari di questo sussidio percepiranno 350 euro al mese, per un massimo di 12 mesi, ma solo se parteciperanno a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento e accompagnamento al lavoro.

Come fare domanda

Chi ha diritto all’assegno d’inclusione o al supporto formazione e lavoro può presentare domanda, in qualsiasi momento dell’anno, in via telematica all’Inps o può farsi aiutare dai patronati. Oltre ai requisiti richiesti, per fare la domanda è necessario avere un Isee in corso di validità, che poi dovrà essere rinnovato ogni anno. Nel caso dell’assegno d’inclusione, il beneficiario deve sottoscrivere un patto di attivazione digitale, quindi l’erogazione partirà dal mese successivo. Non è ancora chiaro se la domanda potrà essere presentata già nel 2023, in modo che l’erogazione dell’assegno possa partire da gennaio 2024.

Stessa cosa per il Supporto formazione lavoro, misura al via dal 1 settembre 2023: ancora non si sa se la domanda potrà essere presentata prima, in modo che chi perde il reddito di cittadinanza già da questo mese possa avere una continuità nell’erogazione del sussidio. Dopo aver presentato la domanda e dopo i controlli fatti da Inps, ma anche dai Comuni – per la verifica per esempio della residenza del nucleo familiare – l’assegno d’inclusione verrà erogato tramite la Carta di inclusione emessa da Poste Italiane, una per famiglia, mentre per i 350 euro del Supporto formazione lavoro viene ricevuto direttamente ogni mese tramite bonifico dall’Inps. Da ricordare che nel caso dell’assegno di inclusione, oltre alla sottoscrizione del patto di attivazione digitale, i beneficiari devono presentarsi ai servizi sociali, dai quali sono sempre presi in carico, entro 120 giorni, altrimenti l’erogazione del sussidio viene sospesa.

L’sms dell’Inps

Nei giorni scorsi l’Inps ha inviato 169mila sms alle famiglie italiane che a luglio hanno perso il diritto di percepire il reddito di cittadinanza, misura che nel 2023 è entrata in una fase transitoria. Scadrà infatti a dicembre 2023 per le famiglie con over 60, minori e disabili, ma prima per altre categorie, per una durata massima che quest’anno non può superare i sette mesi.

Per esempio, nel caso in cui il nucleo abbia percepito, fino al 31 dicembre 2022, due mensilità, nel 2023 percepirà il reddito di cittadinanza fino al mese di luglio e poi non potrà presentare una nuova domanda. Se invece la famiglia ha percepito fino al 31 dicembre 2022 quattordici mensilità del reddito di cittadinanza, nel 2023 ha potuto percepire altri quattro mesi di sussidio e, dopo un mese di sospensione, ha potuto presentare una nuova domanda per ricevere il reddito per soli altri tre mesi. A chi il sussidio è scaduto a luglio, l’Inps ha inviato appunto l’sms con il quale si informa che il sussidio è sospeso da agosto 2023 e che, nell’eventualità della presa in carico dei servizi sociali, la sospensione sarà revocata. Ma questa eventualità, precisa sempre Inps, «riguarda esclusivamente le persone che versano in un particolare stato di bisogni complessi e di difficoltà di inserimento sociale o lavorativo».

Come infatti prevede la riforma del reddito di cittadinanza, i soggetti ‘occupabili’, tra i 18 e i 59 anni di età, che non hanno i requisiti per rientrare nell’assegno di inclusione, al via dal 1 gennaio 2024, dovranno rivolgersi ai centri per l’impiego ed eventualmente fare domanda – con le modalità che probabilmente saranno rese note dall’Inps nel mese di agosto - alla nuova misura del supporto formazione e lavoro, al via da settembre 2023.

I sussidi

Quali componenti del nucleo familiare possono accedere al Supporto alla formazione e al lavoro, anche se destinatari dell’assegno di inclusione? Tutti i maggiorenni oltre il primo conteggiato nella scala di equivalenza (no disabilità o non autosufficienza), meno di 60 anni, senza carichi di cura.

Assegno universale

Una volta decaduto il reddito di cittadinanza, le famiglie che ne hanno diritto continueranno a percepire l’assegno universale unico? No, una volta decaduto il reddito di cittadinanza, il nucleo familiare dovrà fare domanda autonoma per l’assegno universale unico.

Le informazioni

Come si può contattare il patronato Sias? In Toscana ci sono 19 sedi, i cui recapiti si trovano al seguente indirizzo: www.patronatosias.it/dove-siamo. Per rivolgersi al caf Mcl o patronato Sias di Prato in via MIlano 12 tel 0574 -433458. per appuntamento. Info: www.mclprato.it.