Firenze, 11 dicembre 2022 - Stretta sui controlli relativi al reddito di cittadinanza. E l’effetto si sente anche fra Toscana e Umbria. I dati nazionali dell’Inps fotografano un progressivo aumento delle verifiche, tanto che su quasi 1,3 milioni di richieste arrivate nei primi 10 mesi dell’anno, circa un terzo è stato respinto dopo i primi accertamenti. In Umbria è stato detto no a 5.130 domande di reddito di cittadinanza (dati aggiornati al 9 dicembre) su un totale di 12.156 famiglie che hanno fatto richiesta (dato aggiornato a ottobre). Anche in Toscana, su 43.141 richieste di reddito o pensione di cittadinanza presentate da gennaio a ottobre 2022, si stima che circa un terzo sia stato bocciato, in linea con il dato nazionale.
Ci sono poi i redditi e le pensioni tolti perché revocati o decaduti in base ai controlli. Due fattispecie diverse fra loro: la revoca scatta infatti quando dai controlli emerge che il richiedente non avrebbe mai avuto diritto al sussidio; la decadenza quando i requisiti iniziali c’erano, ma nel corso del tempo sono venuti meno. Partendo dai nuclei familiari con almeno una revoca all’anno, nel 2019, in Toscana sono stati registrati 46 casi, quindi 1.242 nel 2020, ben 4.218 nel 2021 e infine 2.286 nel 2022 (dato parziale perché aggiornato a ottobre). In Umbria se ne contano 5 nel 2019, 497 nel 2020, 1.567 l’anno successivo e 360 nel 2022. Passando a chi ha avuto almeno una decadenza per anno, i dati toscani fotografano 3.479 famiglie nel 2019, 10.361 nel 2020, quindi 13.938 nel 2021 e 9.094 nei primi dieci mesi del 2022.
In Umbria si va dai 901 nuclei del primo anno ai 2.632 del 2020, fino ai 3.576 del 2021 e 2.264 del 2022. In parallelo i nuclei percettori di almeno una mensilità di reddito o pensione sono passati in Toscana dai 41.432 del 2019 ai 60.300 del 2021 e ai 52.841 quest’anno. In Umbria invece si va dagli 11.787 del 2019 ai 17.397 del 2021, fino ai 15.340 del 2022.
Per il solo reddito, nel 2022, le famiglie beneficiare risultano 46.128 in Toscana (96.536 le persone coinvolte) e 13.597 in Umbria (28.716 persone interessate) con un importo mensile medio rispettivamente di 513,29 e 534,28 euro. Insomma dai dati emerge un progressivo incremento dei controlli, che ha dato frutti importanti nel 2021 e portato a un assestamento nel 2022. Segno che le verifiche sono efficaci.
Ma perché si perde il beneficio? Di solito per mancanza dei requisiti relativi alla residenza, ma anche per false o omesse dichiarazioni sulla posizione lavorativa o sulla composizione della famiglia. Quando i sistemi Inps rilevano indicatori di rischio, le istanze vengono respinte, ovvero sospese. E in Umbria quest’anno sono state 5.130 le domande respinte, contro le 4.810 l’anno scorso. In Toscana, proprio ieri, a Prato, i carabinieri hanno scoperto 19 "furbetti", denunciati per truffa ai danni dello Stato. Fra loro alcuni stranieri che avevano dichiarato falsamente di risiedere in Italia da almeno dieci anni, ma anche alcuni italiani sorpresi a lavorare a nero, inclusi un cuoco, un manutentore e un operaio tessile. L’operazione ha permesso di far emergere un’indebita percezione del reddito pari a 60.000 euro.
"Bene i controlli e anche l’idea del governo di prevedere una stretta nel 2023 e quindi forme diverse di sussidi nel 2024", dichiara Elena Meini, consigliera regionale toscana della Lega. "Per tutta l’estate abbiamo ascoltato imprenditori che trovavano personale a causa del reddito. Credo che lo Stato debba aiutare le persone ad avere un’occupazione, riservando i sussidi a chi non può lavorare".
"Abbiamo sempre detto che il reddito va migliorato ma non eliminato", commenta Dalida Angelini, segretaria generale della Cgil Toscana. "Sono giustissimi i controlli, che lo Stato deve fare, ma è fondamentale anche supportare le persone in difficoltà. Il 16 sciopereremo anche contro le scelte del governo in materia".