Firenze, 12 maggio 2022 – In quello che è passato alla storia come il primo referendum abrogativo della storia della Repubblica, si presentarono alle urne oltre 33 milioni di elettori, pari all’87,72% degli aventi diritto.
Si votò il 12 e il 13 maggio del 1974. Gli italiani che dissero “no” all’abrogazione della legge sul divorzio furono oltre 19 milioni, pari al 59,1%, superando di gran lunga coloro che votarono ‘sì’, appena oltre i 13 milioni, pari al 40,9%. La Legge sul divorzio, frutto di una maturazione della società che diventava sempre più consapevole riguardo a valori e diritti, in Italia era stata approvata quattro anni prima, esattamente il 1° dicembre 1970. A votarla era stato un ampio schieramento che riuscì a mettere in minoranza gli oppositori, la Democrazia Cristiana, i monarchici e il Movimento Sociale. Tuttavia, appena poche ore dopo l’approvazione legislativa, venne subito annunciata, da parte di un comitato di ispirazione cattolica, la raccolta per la successiva presentazione delle firme con le quali, attraverso il referendum abrogativo, avrebbero chiamato gli stessi italiani ad esprimersi su questo provvedimento normativo.
Nel segreto delle urne, gli italiani, quattro anni dopo, non ebbero dubbi nel confermare, a grandissima maggioranza, il principio di una visione laica riguardo all’indissolubilità del matrimonio. Alla legge numero 898 sul divorzio, nota come legge Fortuna-Baslini, che erano stati i primi firmatari, si era giunti in un contesto storico e sociale in cui prese piede un cambiamento di mentalità. Dalla seconda metà degli anni sessanta, questo contesto culturale di concezione laica dei diritti andò affermandosi, caratterizzando i movimenti dei diritti civili degli anni settanta. Attraverso questo referendum, all’epoca molto discusso, gli elettori ratificarono la legge sul divorzio, riconoscendo dunque allo Stato il diritto di fissare le regole sullo scioglimento dell’unione coniugale, che fino a quel momento era stato riservato esclusivamente ai tribunali ecclesiastici della Sacra Rota.
L’esito di quel referendum ebbe un peso fondamentale nella concezione stessa della famiglia, salvaguardando il diritto di scelta e riconoscendo quello di abbandonare, in qualsiasi momento, situazioni coniugali infelici, spesso segnate da violenze e sopraffazione.
Nasce oggi
Giuseppe Giusti nato il 12 maggio 1809 a Monsummano Terme. Poeta e scrittore, ha scritto: “Beato chi può dire a se stesso: io ho asciugato una lacrima”.
Maurizio Costanzo