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Elisabetta regina di stile. Cosa possiamo imparare dal suo abbigliamento?

Il punto di vista della psicologa della moda

La regina Elisabetta (Archivio)

La regina Elisabetta (Archivio)

Firenze, 10 settembre 2022 - Come si può decodificare lo stile della regina Elisabetta II? Per avere un punto di vista diverso abbiamo posto questa domanda a Paola Pizza, Psicologa della moda, coordinatrice didattica del Master in Psicologia della moda e dell’immagine (ESR Italia) e autrice, oltre che di diversi libri, del blog www.psicologiadellamoda.com.

“Partendo dai colori” ci ha risposto. Secondo il suo punto di vista i colori sono stati i veri protagonisti dello stile di questa donna che ha interpretato il potere in modo nuovo e ha usato la moda sia come strumento per comunicare il ruolo e i valori identitari, sia per dialogare con la gente. Lo stile colorato della regina Elisabetta è stato un esempio di power dressing da cui si può imparare. Non ha mai seguito le tendenze moda, ma uno stile personale caratterizzato da eleganza e cura e dal desiderio di coerenza, con un uso gioioso dei colori che l’ha resa anche una icona pop.

Il mantra del suo stile? “devo essere vista per essere creduta”. Da qui, continua Paola Pizza, parte l’uso di colori energici e vibranti di emozioni che vanno dal giallo, al viola, al fucsia, al verde, all’azzurro, al rosa. Colori di abiti e cappelli che l’hanno resa facilmente visibile e ricordabile, comunicando un atteggiamento interpersonale aperto ed emozioni positive. I colori banditi dal suo armadio? I colori neutri o sfumati che l’avrebbero resa poco visibile agli altri e messa in secondo piano. Non ha mai indossato neppure il nero se non per i funerali di Filippo e Diana. Unica eccezione del passato un abito da sera nero e bianco, in stile smoking, che indossò nel 1952 all'Empire Theatre e che da allora evitò accuratamente dopo essere stata definita “la gazza”.

La massima espressione del suo amore per i colori è rappresentato da un abito arlecchino con gonna lunga giallo oro e top di paillettes colorate, indossato nel 1999. Queste tinte vivaci hanno anche alleggerito le fogge classiche e rassicuranti che ha sempre indossato come una divisa: abito in tinta unita o fantasia e soprabito dello stesso colore del cappello. Cappelli sempre originali che hanno rafforzato la sua visibilità e aumentato la percezione della sua statura.

Interessanti anche i gioielli: i 3 fili di perle e gli orecchini di perle e le spille. Le perle sono rare, pure e preziose e sono un simbolo della femminilità creatrice, così come rimanda alla dimensione materna la forma tondeggiante delle spille sempre appuntate su soprabiti e giacche. La loro preziosità ricorda il potere e la storia della famiglia. Molti dei suoi gioielli avevano anche un forte valore affettivo perché appartenevano a sua madre o erano stati disegnati per lei dal Principe Filippo.

Contenuto materno e rassicurante anche per le borse che le abbiamo sempre visto al braccio. Un guizzo ironico e divertente per gli ombrelli trasparenti bordati di colore. E poi sempre un po’ di rossetto a sottolineare e rendere visibile il suo sorriso.

Stile “aristocratica in campagna” per il suo tempo libero e le passeggiate con gli amati cani corgi. Uno stile rilassato con giacca di tweed o trench, kilt scozzese, stivali di gomma e foulard in testa. Il tartan dei kilt indossati è molto più di una semplice stoffa scozzese e rappresenta un forte simbolo identitario. Riassumendo: un power dressing caratterizzato da coerenza, moderazione, femminilità, visibilità e prestigio. Uno stile personale che ha espresso un potere materno nel quale la fermezza e la coerenza si sono unite all’ascolto e alla vicinanza.