MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

19 ottobre, Repair Day: la giornata per dare agli oggetti una seconda vita

Ogni anno generiamo oltre due miliardi di tonnellate di rifiuti. Ecco la guida con termini e trend contro il consumismo

Repair Day: la giornata per dare agli oggetti una seconda vita

Repair Day: la giornata per dare agli oggetti una seconda vita

Firenze, 19 ottobre 2024 - Impegnarsi nell'uso sostenibile delle risorse ambientali è una delle più grandi sfide contemporanee: ogni anno, nel mondo, vengono generati oltre due miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani e si prevede che questa cifra raggiunga i 3,8 miliardi di tonnellate entro il 20501. La necessità di un cambio di rotta è ormai una consapevolezza crescente, soprattutto tra le nuove generazioni, che hanno trasformato la ricerca di oggetti vintage e lo shopping di seconda mano in una vera e propria tendenza con lo scopo di allungare il ciclo di vita dei prodotti. Proprio in occasione dell’International Repair Day, che si celebra il terzo sabato di ottobre e che quest’anno cade ogg 19 del mese, Babbel - ecosistema leader nell’apprendimento delle lingue - ha creato un viaggio nel mondo della riparazione di beni ed oggetti, esplorando i modi per dar loro una seconda vita, e sensibilizzando al contempo sul tema del consumo eccessivo. Da “upcycling” a “underconsumption core”: termini e trend contro il consumismo.Come sottolinea Esteban Touma Portilla, Content Producer e insegnante di Babbel Live, l'emergere di termini e neologismi specifici legati al mondo del ri-uso, insieme alla, diffusione di nuovi trend attraverso i social media, riflette una tendenza globale verso un modo di vivere più sostenibile che incoraggia a ripensare al ciclo di vita dei prodotti, per ridurre gli sprechi ed avere più cura del pianeta.

Upcycling: con questo termine inglese si indica il riutilizzo di materiali o oggetti di scarto e la loro trasformazione in prodotti di qualità o di valore superiore rispetto all’originale. Si può applicare a diversi ambiti tra cui l’arredamento, con il restauro di vecchi mobili, e l’abbigliamento, con la modifica di indumenti per renderli più attuali. Oltre a ridurre gli sprechi, è un ottimo modo per promuovere la creatività.

Repurposing: si tratta di una tecnica sostenibile volta ad utilizzare un oggetto o un materiale per uno scopo diverso da quello originario al fine di allungare il suo ciclo di vita; si differenzia dall’upcycling perché l’obiettivo non è incrementale il valore, ma dare una nuova funzione all’oggetto. Anche in questo caso è applicabile in modi differenti: un paio di jeans può diventare una borsa, una porta può essere utilizzata come tavolo o una bottiglia di vetro può essere trasformata in un’originale lampada.

Crafting: questa parola viene impiegata per indicare la creazione di elementi decorativi realizzati a mano. Un esempio di crafting nell’ambito del ri-uso creativo è il patchwork ovvero l’utilizzo di ritagli di tessuto, anche di stampe o colori differenti, per la creazione di qualcosa di nuovo e unico: dalle coperte ai jeans fino alle giacche.

Underconsumption core: trend estremamente recente e diffusosi a partire dai social, l'“underconsumption core” (la parola “core” indica nel mondo dei social media un’estetica condivisa dagli utenti) promuove il minimalismo e il ri-uso dei beni, specialmente nel campo dell’abbigliamento e del make-up, per ridurre al massimo gli sprechi. In questo senso molti creator, in particolare appartenenti alla Gen Z, offrono esempi di questo approccio mostrando scarpe ormai consunte o utilizzando fino all’ultima goccia di crema idratante, evidenziando così l'importanza di ridurre gli sprechi e valorizzare ciò che già si possiede.

Swap party, freecycling e gratiféria: un’altra idea per dare una seconda vita alle cose può essere quella di prendere parte ai cosiddetti “swap party”, eventi in cui i partecipanti si scambiano oggetti o vestiti che non utilizzano più oppure utilizzare il “freecycling”, ovvero barattare ciò che non è più necessario attraverso piattaforme online. Si può anche visitare una “gratiféria” (neologismo spagnolo nato dalla combinazione tra “gratuit” - gratuito - e “feria” - fiera), un mercatino dell’usato in cui le persone possono portare degli articoli per donarli gratuitamente e prendere a loro volta ciò di cui hanno bisogno.

Mottainai: si tratta di una filosofia giapponese “anti-spreco” destinata a prendere sempre più piede nella società consumistica occidentale; la parola esprime infatti il senso di dispiacere e rammarico provati per l’atto di sprecare. Sebbene l’origine del termine non sia certa, la teoria più accreditata è il legame con lo shintoismo, tra i cui insegnamenti vi è l’animismo (ogni cosa ha dentro di sé uno spirito): in questo senso, in Giappone si ha rispetto per ogni “anima” e si ritiene un peccato non amare o non sfruttare fino al loro massimo potenziale gli oggetti.

La guida al lessico del “thrifting”. Con “thrifting” (da “thrift”, in italiano “risparmio”) si intende l’acquisto di beni di seconda mano (o nella loro accezione più affettuosa “pre-loved”, letteralmente “già amati”), con particolare riferimento ai capi di abbigliamento e agli accessori, spesso di marca o di alta qualità, ad un prezzo molto conveniente. Dalla ricerca dell'affare migliore alla condivisione sui social del proprio “haul” (“bottino”) di acquisti, la pratica del “thrifting” - seppur diffusa da tempo - ha acquisito negli ultimi anni sempre più apprezzamento nell’ottica di ridurre il più possibile i propri consumi. Proprio per questo si sta sviluppando un lessico specifico legato al thrifting, composto da acronimi, anglicismi e termini nuovi.

Andar a caza de gangas: l’espressione spagnola, traducibile con “andare a caccia di affari”, ha due principali origini etimologiche. La prima è riconducibile all'uccello “ganga”, un volatile dalla carne dura e di difficile digestione che non vale la pena cacciare; nel tempo il termine ha assunto un significato figurato, riferendosi a un “affare vantaggioso” o a un acquisto ottenuto a un prezzo molto inferiore rispetto al suo valore reale, rappresentando l’idea di una “cattura facile”. La seconda origine viene dal francese “gangue”, che in ambito minerario indica il materiale di scarto separato dai minerali preziosi, considerato inutile. Nella lingua spagnola moderna, ganga è sinonimo di termini come “chollo”, “bicoca” e “ocasión”, tutti riferiti a un buon affare.

Deadstock: termine usato per riferirsi ai prodotti di vendita al dettaglio che rimangono sugli scaffali invenduti e finiscono per diventare “deadstock”. Questi articoli in giacenza vengono spesso donati ai negozi dell'usato o venduti all'ingrosso nei mercatini. Per smaltirli in Giappone, all’inizio dell’anno, è tradizione comporre le “fukubukuro” (“borse della fortuna”): i commercianti confezionano borse con l’invenduto per poi venderlo ad un prezzo molto scontato.

O.O.A.K.: questo acronimo, diffuso soprattutto online, sta per “one of a kind” (“unico nel suo genere”) e viene impiegato dai rivenditori per descrivere prodotti fatti a mano, opere d'arte ed articoli che sono stati personalizzati e resi unici, aumentando di conseguenza anche il loro valore.

Flea bite: traducibile in italiano come il “morso della pulce”, nel contesto del thrifting viene utilizzato per definire le piccole scheggiature che possono trovarsi soprattutto su oggetti di vetro o di porcellana, pretesti perfetti per contrattare un prezzo più basso.

"Il linguaggio evolve in parallelo con i nostri comportamenti e il crescente interesse verso il riutilizzo e la riparazione non è solo un fenomeno di moda, ma rappresenta un cambiamento culturale importante verso un consumo più consapevole, da comprendere e tradurre sempre più in azioni concrete nelle attività del quotidiano". Conclude Esteban Touma Portilla, Content Producer e insegnante di Babbel Live.