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Per 21 anni assiste la sorella malata. Il tribunale: “Paghi il sistema sanitario”

Una sentenza storica del tribunale di Grosseto riconosce che le spese per l'assistenza sociosanitaria ad alta integrazione sanitaria spettano interamente al servizio sanitario nazionale. Decisivo l'intervento dell'Aduc

Rette Rsa. Il Tribunale di Grosseto condanna Società della Salute per oltre 100 mila euro di oneri di ricovero (foto repertorio)

Rette Rsa. Il Tribunale di Grosseto condanna Società della Salute per oltre 100 mila euro di oneri di ricovero (foto repertorio)

Grosseto, 28 marzo 2025 – Il tribunale di Grosseto ha recentemente emesso una sentenza che segna un importante precedente in Toscana in materia di rette Rsa.

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Con una decisione depositata il 25 marzo scorso, il giudice ha condannato la Società della Salute di Grosseto (CoeSO) a pagare oltre 100 mila euro per gli oneri di ricovero di una paziente affetta da grave schizofrenia e altre malattie significative.

La sentenza si allinea così all’orientamento giurisprudenziale della Corte di Cassazione, che stabilisce come, anche nei casi di lungo-assistenza, le prestazioni sociosanitarie ad alta integrazione sanitaria debbano essere interamente a carico del servizio sanitario nazionale.

La vicenda, come spiega Aduc, riguarda la signora F., malata fin da giovane età e curata per ben 21 anni dalla sorella, che ne era anche amministratrice di sostegno, con enormi sacrifici per l’intera famiglia. A un certo punto, le istituzioni socio-sanitarie hanno riconosciuto che non era più possibile garantire le cure necessarie in ambiente domestico, disponendo il ricovero della paziente in una struttura adeguata.

Il tribunale ha riconosciuto che spetta a CoeSO, ente consortile incaricato di garantire l’erogazione delle prestazioni sociosanitarie, farsi carico dei costi sostenuti dalla famiglia per il ricovero. Il giudice ha ritenuto sufficienti le prove fornite dalla parte ricorrente – tra cui cartelle cliniche, valutazioni multidisciplinari e consulenze mediche – per dichiarare che le prestazioni ricevute dalla signora F. rientrano tra quelle sociosanitarie ad alta integrazione sanitaria. Non è stata dunque necessaria alcuna perizia ulteriore per stabilire la natura sanitaria delle cure ricevute.

Un elemento centrale della sentenza è la conferma che, nel determinare chi debba farsi carico dei costi di ricovero, conta la natura della prestazione – ossia la patologia e il bisogno assistenziale del paziente – e non la tipologia della struttura in cui viene ospitato. Di conseguenza, il giudice ha stabilito che CoeSO dovrà rimborsare alla famiglia della signora F. la somma di 102.768 euro, corrispondente agli importi versati negli anni per le cure in Rsa, oltre agli interessi di legge e alle spese legali. Inoltre, la sentenza stabilisce che l’assistenza sociosanitaria dovrà essere garantita al 100% dei costi da parte dell’ente convenuto.

L’avvocatessa Claudia Moretti, consulente dell’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), che ha seguito il caso, sottolinea come questa sentenza rappresenti un importante riconoscimento dei diritti dei pazienti e delle loro famiglie. «Si tratta di una decisione significativa – spiega Moretti – che ribadisce un principio fondamentale: quando l’assistenza in Rsa è di natura prevalentemente sanitaria, il costo del ricovero deve essere interamente coperto dal servizio sanitario nazionale e non può gravare sui privati». Un riconoscimento importante, che potrebbe aprire la strada ad altri casi simili.