Ilaria Ulivelli
Cronaca

Giungla riabilitazione e fisioterapia in Toscana. Fughe nel privato e fuori regione

I pochi posti letto determinano un tappo anche per i ricoveri in ospedale. Spesa da 66 milioni (più 13). Tempi lunghi per i percorsi ambulatoriali. Ma la Regione è pronta a investire per invertire la rotta

Giungla riabilitazione e fisioterapia in Toscana. Fughe nel privato e fuori regione

Firenze, 15 aprile 2025 – Il fisiatra dell’ospedale fiorentino di Careggi gli aveva prescritto 15 sedute di fisioterapia: lui, Vladimiro, invalido con handicap grave, si presenta a metà marzo al centro di riabilitazione Don Gnocchi di Firenze, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, un’eccellenza a livello nazionale. La risposta? “Ci dispiace, non possiamo. Perché l’Asl Toscana Centro ha finito il budget per il 2025”.

L’istituto fa parte del circuito privato convenzionato, ovvero effettua prestazioni per il servizio sanitario pubblico, ricevendo i finanziamenti dalla Asl-Regione. Ma com’è possibile che a marzo sia finito il budget? Quella di Vladimiro è una delle tantissime storie di persone in difficoltà (che arrivano al nostro giornale) nella giungla di riabilitazione e fisioterapia, un universo complesso, tra prestazioni ambulatoriali e ricoveri a vari livelli, per il recupero ortopedico, neurologico, cardiologico e respiratorio, secondo variabili intensità di cura.

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La fisioterapia è uno dei tanti aspetti delicati sulla questione delle liste d'attesa in Toscana (foto d'archivio)

Siamo andati a verificare se davvero la respinta di Vladimiro fosse stata causata dai motivi di budget, scoprendo un mondo.  Al Don Gnocchi per il 2025 la Regione ha confermato, come lo scorso anno, uno stanziamento da 17,4 milioni di euro. Quindi che cos’è accaduto? Abbiamo interpellato i vertici dell’Irccs Don Gnocchi. “In seguito al decreto Concorrenza approvato nel dicembre scorso, abbiamo avviato una revisione delle attività riabilitative in convenzione, adeguandoci ai nuovi criteri di accreditamento e finanziamento – spiegano dal Don Gnocchi – La transizione verso il nuovo modello ha comportato rallentamenti e disagi, ma l’istituto, in dialogo con l’Asl Toscana centro, sta adottando misure per ottimizzare le liste d’attesa e garantire continuità e qualità dei servizi, rimodulando i percorsi ambulatoriali per rispondere in modo più appropriato ai bisogni del territorio”.

Dunque il problema esiste. Ne è consapevole la Regione che sta mettendo a punto un potenziamento di risorse. Intanto i cittadini sono costretti a slalom giganti. Chi può, va nel privato. Chi non può rimane imbrigliato nel gorgo delle attese o se ne va a farsi curare in altre regioni.

Per i ricoveri post acuti dopo l’ortopedia e l’oncologia, la riabilitazione è il terzo motivo di fuga dei toscani (con 2.400 ricoveri) che costa alle casse regionali 13 milioni di euro (dati Agenas 2023): le destinazioni ai primi posti, l’ospedale di Umbertide e le case di cura Villa Igea di Ancona e Villa Erbosa di Bologna. I volumi di attività in Toscana, tra pubblico e privato convenzionato, per il 2024 contano 8.128 ricoveri (dei quali una fetta importante - 1.207 - al Don Gnocchi che ha 190 posti letto) per quasi 66 milioni di spesa. Tra le azioni che la Regione intende mettere in campo c’è la rimozione del tetto per i fuori regione agli istituti con maggiore attrattività, come il Don Gnocchi.

Il problema più importante a causare l’ingorgo dei ricoveri è stata la riduzione dei posti letto, negli anni. Soprattutto con l’aumento dei volumi della chirurgia i dolori crescono. In attesa di trovare un posto in riabilitazione molti pazienti non ancora in grado di tornare a casa, e bisognosi di un recupero funzionale, rimangono ricoverati nel reparto per acuti o vengono spostati nei reparti di medicina, causando un corto circuito nella disponibilità di posti letto tout court.

Nel capitolo fisioterapia e riabilitazione ambulatoriale i problemi sono di natura diversa. E c’è un cospicuo numero di cittadini che si rivolge direttamente al privato. Il numero di prestazioni effettuate dal sistema pubblico sfiora il milione all’anno, il 50% con l’ausilio del privato convenzionato, per un costo di 10 milioni all’anno. Tra il 2023 e il 2024 è calato il numero delle prestazioni del servizio pubblico ma sono aumentati i costi sostenuti, segno che vengono effettuate prestazioni riabilitative più complesse. Il tappo, in questo caso, è determinato dal numero eccezionale di richieste. Per accedere ai percorsi di riabilitazione e fisioterapia è necessaria una visita e la prescrizione del fisiatra. Le attese? Dall’osservatorio regionale emerge che l’85% avviene nei tempi d’attesa previsti. Ma si tratta delle prime disponibilità.

Per avere una visita spesso si supera il mese di attesa. Nel 2024 ci sono state quasi 50mila prenotazioni. Poi ci sono le attese per entrare nella struttura: per chi sta male tempi biblici. Per questo cresce esponenzialmente il numero di chi è costretto a rivolgersi al privato. Capitolo a parte riguarda la socio-riabilitazione di lunga durata che trova risposta nei progetti di Attività fisica adattata organizzate dalle Società della salute. Ma non sempre l’accesso è in tempi rapidi. E soprattutto molte persone non ne sono al corrente.