Firenze, 8 giugno 2021 - "Riequilibrio di genere nelle cariche pubbliche", è il tema dell'incontro online organizzato per martedi 8 giugno a partire dalle 18 da 'Noi Rete Donne' e 'NoiDonne'. Coordinano Daniela Carlà e Tiziana Bartolini, al dibattito interverranno Marisa Rodano, Paola Severino, Marilisa D'Amico, Agnese Pini e Anna Loretoni. Link zoom: https://us02web.zoom.us/j/83583230185? id riunione 835 8323 0185 passcode 523725 Oppure diretta sulla pagina Facebook Noidonne
'Noi Rete Donne', al fine di dare attuazione al principio di uguaglianza, ha stilato un documento in cui intende affronatre il tema dell’equilibrio di genere nelle nomine pubbliche mediante proposte concrete di intervento normativo per la piena realizzazione di quanto previsto dalla Costituzione.
"La situazione emergenziale legata al Covid-19 - si legge - ha messo nuovamente in evidenza, amplificandolo, il problema strutturale dell’ineguaglianza di genere nella rappresentanza istituzionale. La scarsa presenza delle donne, quando non la totale assenza, nei luoghi in cui si decide è un vulnus della nostra democrazia che necessita di essere affrontato e risolto con urgenza. Non si tratta soltanto di una questione di democrazia, di giustizia e di uguaglianza, ma di possibilità di partecipazione ad un processo decisionale che ha un impatto forte sulla vita di donne e uomini. Tanto più in un momento in cui l’emergenza sanitaria ed economica rischia di avere un impatto deflagrante anche in termini di genere, per quanto riguarda l’occupazione femminile già decisamente inferiore a quella maschile e alla media europea, i modelli organizzativi flessibili del tempo lavoro quali il telelavoro/smart working involontario e la carenza strutturale dei servizi per l’infanzia, rischiano di produrre un riconfinamento delle donne nella sfera familiare.
Le donne, quindi, non possono essere lasciate fuori dal processo decisionale, poiché le competenze femminili sono una delle leve necessarie per contribuire ad affrontare le sfide attuali e future del nostro Paese. In questo quadro, l’equilibrio di genere nelle nomine pubbliche, sia che si tratti di nomine di competenza governativa o parlamentare, non è un tema avulso dalla concretezza a cui l’attuale situazione ci chiama, ma è un elemento imprescindibile per mettere a sistema le competenze di donne e uomini contribuendo in maniera determinante ad una nuova visione della società e ad un nuovo modello economico e sociale. Il quadro costituzionale garantisce il principio di eguaglianza e di pari opportunità per uomini e donne, in particolare con riferimento agli artt. 3, 51 e 117, comma 71. Lo stesso costituisce parte essenziale ed imprescindibile dell’ordinamento democratico. Come afferma l’art. 3 della Costituzione, non basta proclamare in astratto l’uguaglianza (I comma), ma occorre che lo Stato si adoperi per renderla effettiva, rimuovendo le disparità di fatto (II comma). Come è noto in situazioni particolari occorre introdurre specifiche misure che aiutino a rimuovere le disparità, come le cd. “azioni positive”. Analoghe previsioni sono contenute nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (art. 23) e nel Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (art. 157, par. 4) che vincolano l’Italia in quanto Stato membro dell’Unione2".
"Nella consapevolezza - si legge nel documento - che la nostra proposta non potrà essere risolutiva se non accompagnata da un cambiamento di paradigma culturale, che, abbattendo gli stereotipi di genere, consenta di superare il predominio maschile. Valorizzazione del merito e delle competenze, trasparenza e rendicontazione sociale, valutazione dell’impatto di genere dei provvedimenti rappresentano indubbiamente elementi chiave del cambiamento che sono complementari alla proposta di intervento normativo. Riteniamo che sia necessario prevedere misure dissuasive in caso di violazione del principio di pari opportunità, nella consapevolezza che queste dovranno essere accompagnate da un’attenta e capillare azione di vigilanza anche da parte della società civile. Riteniamo indispensabile prestare particolare attenzione alle sanzioni delle quali dotare la legge. Siamo tuttavia dell’avviso che la sanzione più efficace sia di natura politica, auspicando la reazione dell’elettorato, rispetto a tentativi di violazione del principio di pari opportunità".
La proposta di Noi Rete Donne si pone in continuità con l’azione che da oltre dieci anni la rete porta avanti, a partire dall’importante documento di proposte “Per un sistema di regole elettorali women friendly”, attorno al quale ha promosso l’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria, sostenuto da oltre 60 associazioni, e costruito un confronto trasversale con le parlamentari per l’approvazione di importanti interventi normativi in materia di rappresentanza di genere nelle leggi elettorali.