ALESSANDRO PISTOLESI
Cronaca

I rifiuti emersi dalla frana, il sopralluogo: “Sfregio inammissibile, indagare più a fondo”

Il presidente dei geologi toscani Riccardo Martelli a Palazzuolo sul Senio: “Rimuovere quel materiale non sarà facile e costerà centinaia di migliaia di euro”

I rifiuti emersi dalla frana, il sopralluogo: “Sfregio inammissibile, indagare più a fondo”

Firenze, 28 marzo 2025 – “Non avevo mai visto niente di simile, è uno scenario folle che buca lo stomaco per l’impressione che fa e per i possibili risvolti ambientali”. È trascorsa una settimana da quando Riccardo Martelli, presidente dell’ordine dei geologi toscani, ha svolto un sopralluogo a Palazzuolo sul Senio dove una frana ha scoperchiato una discarica fantasma, dimenticata da oltre mezzo secolo. Quintali di rifiuti interrati nel 1971 – in base a un accordo tra i Comuni di Firenze e Palazzuolo sul Senio senza un censimento negli elenchi ufficiali – e durante l’ultima alluvione rigurgitati all’improvviso dalla montagna nel torrente Rovigo. Uno scempio che il presidente dei geologi toscani non esita a definire “un potenziale disastro ambientale, uno scenario sconvolgente che mi auguro di non rivedere mai più”. Anche in Mugello, da lunedì, cominceranno i sopralluoghi del governo e della Regione per avviare l’iter che, spera la Toscana, dovrebbe portare alla dichiarazione di emergenza nazionale per i danni provocati dal maltempo a metà mese.

Riccardo Martelli, presidente dell’Ordine dei geologi toscani
Riccardo Martelli, presidente dell’Ordine dei geologi toscani

Martelli, dai primi accertamenti Arpat non risultano contaminazioni significative.

“I primi risultati sono incoraggianti: nelle acque non c’è stato il rilascio di contaminante. Se il quadro sarà confermato da analisi più approfondite allora la situazione, per quanto drammatica, si potrà risolvere”.

Cosa potrà emergere con verifiche più specifiche?

“Dato che i rifiuti sono stati sotto terra per oltre 50 anni è pensabile che un’interferenza con la matrice suolo ci sia stata. Se Arpat non li ha già effettuati, saranno necessari dei campionamenti anche al di sotto del livello dei rifiuti, perché il terreno potrebbe aver subìto effetti tali da rendere necessaria la bonifica”.

La frana che ha portato a scoperchiare la discarica ora è in sicurezza?

“Durante il mio sopralluogo, due giorni dopo la frana, ho trovato una situazione di instabilità, era plausibile aspettarsi un’ulteriore evoluzione del movimento franoso. Ma è pensabile che nel frattempo siano state messe in atto tutte le misure necessarie a ridurre la pendenza delle scarpate e a fermare le masse instabili, dando così una configurazione più stabile a tutto il versante. A volte si mettono dei teli per evitare fenomeni di erosione localizzata. Domani (oggi, ndr) svolgerò un nuovo sopralluogo”.

Come si riuscirà a rimuovere tutti i rifiuti che nel frattempo sono arrivati anche nel fiume Santerno?

“L’operazione è complessa, l’unico sentiero presente si può percorrere solo a piedi. Si dovrà determinare il perimetro esatto in cui sono finiti tutti i rifiuti. Serviranno quindi appositi elicotteri dotati delle cosiddette big bag, dei grandi sacconi bianchi. La rimozione non sarà affatto banale e soprattutto sarà pesante a livello economico”.

Quanto pesante?

“Si parla di centinaia di migliaia di euro”.

È opportuno prevedere intanto il divieto di balneazione?


“Servono più elementi, è ancora presto per fare una valutazione simile”.

Teme che ci possano essere altre discariche nascoste come quella di Palazzuolo?


“Mi auguro di no, bisognerebbe indagare più a fondo chiedendo agli amministratori dell’epoca. Per me la valle del Santerno era uno dei posti più belli della Toscana. Vederla ridotta così fa male. Uno sfregio inammissibile”.